Ogni tanto qualche scrittore riesce
a cambiare le carte in tavola. A creare nuovi paesaggi.
Non si limita a scrivere libri belli. Scrive libri che
sono mondi radicalmente inediti. и come se aprisse ai
viaggi dell' esperienza territori inesplorati. Spalanca
la geografia della scrittura. Negli ultimi vent' anni, di
tipi del genere non ne sono mancati: uno и Cormac
McCarthy. Se siete pigri o non avete tempo di pensare,
potete cavarvela dicendo che и poi sempre un Faulkner
rivisitato, e liberarvi dall' incombenza. Ma se vi
importa di capire qualcosa, allora leggete McCarthy
rimanendo in ascolto: quella musica non la suonava
nessuno, prima di lui. Non in quel modo, almeno. La
musica di McCarthy и crudele. Miseria, violenza, orrori
e tragedia sono il filo con cui tesse le sue storie. Se
perт immaginate qualcosa di pulp, siete sulla cattiva
strada. Qui la violenza и sacra, и un simulacro che si
aggira per la terra come un testo biblico che promette
apocalissi. Non c' и niente di grottesco, e non c' и
niente da ridere: l' orrore ha la serietа di un profeta:
e non ha mai la futilitа del presente: prescrive il
futuro. La musica di McCarthy и lenta. I suoi libri
aprono un tempo molto particolare, indescrivibile,
bisogna provare. Impongono un tempo (di solito un buon
indizio per riconoscere il grande scrittore). Ti
rallentano. Sminuzzano l' accadere in una rete di
microeventi che sgranano il tempo fino a una lentezza in
cui tutto suona solenne e definitivo. Chi non riesce a
calarsi in quell' andatura, chiude il libro e se ne va.
Chi si piega, entra in un mondo inedito: che и una delle
buone ragioni per aprire un libro, qualsiasi libro. La
musica di McCarthy и gelida e scotta. Questa и una vera
acrobazia. Qualsiasi narratore cerca il suo cammino in
mezzo a quelle due sponde: una freddezza insignificante e
inutile, e un' ipertrofia sentimentale kitsch e
truffaldina. Le due sponde sono piщ vicine di quanto
generalmente si pensi. E quel cammino и sovente una
sottile striscia di terra su cui и difficile mantenere
l' equilibrio necessario. McCarthy ha inventato una
traiettoria geniale che avvicina all' estremo le due
sponde, fino a farle fondere una nell' altra.
Apparentemente molto freddi, i suoi libri sono in realtа
di un' intensitа ossessiva. Ci potete trovare un sguardo
che impassibile registra eruzioni spettacolari e una
pagina dopo cartoline sentimentali che in qualsiasi altro
libro suonerebbero deplorevoli. C' и qualcosa nella sua
scrittura che ricorda l' autoritа che hanno le pietre.
Come un' umanitа pietrificata. Passato che и diventato
terra, indurito dal tempo, ma non ucciso. Memoria
fossile. Scrittura nel senso piщ alto, e carismatico, e
sacro. Non che gli riesca sempre, и ovvio. Ma spesso. E
vedere accadere una cosa del genere и uno spettacolo. La
musica di McCarthy и furba. Nel senso che tecnicamente
и molto sofisticata. Ma usa trucchi inediti, e dunque in
gran parte invisibili. Nasconde con enorme abilitа i
dialoghi nella voce del narratore; usa sovente lo
spagnolo (quasi tutte le sue storie vagolano, anche
linguisticamente, intorno al confine tra Stati Uniti e
Messico) ottenendo zone di semi-incomprensibilitа che
danno un bellissimo ritmo sincopato alla narrazione;
adotta l' orizzonte epico del western, spostandolo perт
fuori dalla tradizione del genere, riuscendo cosм a
conservarne la forza ma ad annullarne il tratto
ideologico e truffaldino; "scarica" con grande
abilitа tutti i passaggi forti della narrazione
nascondendoli, circondandoli di gelidi ammortizzatori,
disegnandoli obliqui tra le righe di una trama geometrica
e impassibile. Tecnica pura. Ma fusa nel corpo della
narrazione, e pressochй invisibile. Ci puoi ragionare
dopo aver letto. Ma mentre leggi, subisci e basta. Un bel
modello per chi si interroga sul ruolo della tecnica pura
nel gesto dello scrittore. La musica di McCarthy suona
una sola canzone e sempre quella. Racconta di gente che
con pazienza infinita cerca di rimettere a posto il
mondo. Di riportare le cose dove dovrebbero stare. Di
correggere le impuritа del destino. Che sia una lupa, o
dei cavalli rubati, o un cadavere, o un bambino perduto:
quello che fanno и cercare di riportarli al loro posto.
E non c' и spazio per la ragionevolezza o il buon senso:
и un istinto che non conosce limiti, un' ossessione
incurabile. Se occorre la violenza, si usa la violenza.
Se bisogna morire, si muore. Con la ferocia e l' ottusa
determinazione di un giudice che deve riequilibrare i
torti della sorte, gli eroi di McCarthy vivono per
ricomporre il quadro sfigurato del mondo. Il reale и una
Ferita, e loro ne cercano i lembi, e inseguono la
saggezza che saprebbe riunirli nella salvezza di qualche
cicatrice. Immaginare quel gesto, giа и un viaggio.
Raccontarlo, questo и quel che riesce a McCarthy.
|