ÿþ<!DOCTYPE HTML PUBLIC "-//W3C//DTD W3 HTML//EN"> <HTML> <HEAD> <META content="text/html; charset=unicode" http-equiv=Content-Type><TITLE>Grazia Deledda - Novelle - L'ospite</TITLE> <META content="Adobe PageMill 2.0 Mac" name=GENERATOR> </HEAD> <BODY background=../../sfoncart.gif bgColor=#ffffff link=#000000 vLink=#4c4c4c> <BLOCKQUOTE> <P align=center>&nbsp;</P></BLOCKQUOTE> <P align=center>&nbsp;<FONT color=#740005 size=+1>Grazia Deledda - Novelle</FONT></P> <P align=center><FONT color=#740005 size=+2>L'OSPITE</FONT></P> <P align=center><A href="../indice.htm">indice</A> | <A href="1_013.htm">precedente</A> | <A href="1_015.htm">successiva</A></P> <BLOCKQUOTE> <P align=center><FONT color=#740005> <HR width=50%> </FONT> <P></P></BLOCKQUOTE> <P>&nbsp;</P> <BLOCKQUOTE> <BLOCKQUOTE> <P><FONT color=#000000>Suon&ograve; l'<I>Ave</I>. <BR>Margherita si fece rapidamente il segno della croce e mosse le labbra. <BR>- <I>Angelus</I>... <I>Angelus</I>... <BR>Non ricordava altro quella sera, perch&eacute; ella ripet&eacute; la dolce parola almeno dieci volte. Poi le sue labbra pallide si fermarono del tutto, semiaperte, quasi ad aspirare il vento che recava, vibrando, i rintocchi dell'<I>Ave</I>. Ma, quando l'ultimo tocco mor&igrave; tremando in lontananza, e tutto ritorn&ograve; nel gran silenzio di prima, Margherita riprese la sua preghiera, gemendo, tanto che s'udiva il suo bizzarro latino: <BR>- <I>Angelus Domini nunziavit Maria e concepivit Spiritui Santo</I>...<I> Ave Maria, grazia piena</I>... che freddo che ho, Dio mio... abbiate piet&agrave; di me. <I>Dio ti salvi, Maria, piena di grazia, il Signore &egrave; teco</I>... Oh, Dio, Dio mio, come soffro, come son triste... <I>Ecce ancilla Domini</I>... <BR>Di questo passo lamentandosi, gemendo, con la testina appoggiata al tronco di un elce, ella disse la sua preghiera. <BR>Veniva dalla montagna un vento freddo, e la luna, color paglia, cominciava a risplendere traverso gli elci, nel cielo ancor vivo. Gli elci erano solo dieci o dodici, in fila, lungo il muro degli orti, ma bastavano, con la luna, con la tristezza del crepuscolo invernale, a dar l'illusione di un bosco. E Margherita ci credeva, ci credeva tanto che le sembrava proprio di esser sulla montagna, quattro mesi prima. Cio&egrave;, le sembrava e non le sembrava. La luna, gli elci, la sera, la sua stessa angoscia le ridonavano - come del resto gliela ridonavano ogni sera - l'illusione di trovarsi nuovamente lass&ugrave;, nel suo sogno e nella sua felicit&agrave;; ma ora il freddo ed il vento le facevano nello stesso tempo sentire come lontano era il sogno, come perduta era per sempre la sua felicit&agrave;. <BR>E il vento ed il freddo della triste sera accrescevano la sua angoscia. <BR>Nel cielo limpido, che la luna, a misura che riluceva di pi&ugrave;, rendeva diafano come il cristallo, si sperdevano certe nuvole color rame e fumo, allungandosi, sfilandosi, che sembravano pensieri di tristezza indicibile e d'angoscia sovrumana. <BR>E Margherita, col viso in su, la testa sempre appoggiata all'elce, gli occhi smarriti in quel mare di tristezza infinita ch'era il cielo con quelle certe nuvole, gemeva sommessamente, sommessamente, invocando la morte. <BR>Certo, grande sventura doveva esser la sua se si sentiva tanto infelice, con un profondo dolore scolpito sul viso delicato e bianco. <BR>Eppure era una storia cos&igrave; semplice e facile a indovinare! <BR>Ella aveva diciannove anni, ed era innamorata. Una cosa semplicissima, ma c'era un po' di complicazione nei particolari. Ora sentite come stavan le cose. <BR>Quattro mesi prima un gruppo di persone gaie e distinte, signori, studenti, ufficiali, bambini e qualche vecchio, fecero una scampagnata ed una escursione sulle montagne. Margherita, i fratellini e la mamma, erano tra le persone pi&ugrave; distinte, giacch&eacute; erano persone ricche, non per altro. Non avevano alcun titolo, alcuna nobilt&agrave;, nessun'altra distinzione. Margherita poi non possedeva neppure quella bellezza che attira e fa dimenticare ogni altra cosa, anche se &egrave; una bellezza fredda o sciocca o stupida. <BR>Del resto, &egrave; sempre meglio ammirare una ragazza bruttina, intelligente, graziosa e... ricca, che una fanciulla bellissima, senz'anima e senza dote, non &egrave; vero? Margherita non era bella, ma molto intelligente, e suo padre s'intendeva di rendita, di cartelle e di <I>chequ&egrave;s</I>, come se non s'intendesse di null'altro. E graziosa poi, assai, assai. Era bianca, delicata; ma le mancava molto per esser bella: le mancava la perfezione del profilo, del contorno, della bocca, di tutto. <BR>Per&ograve;, ridendo, faceva le fossette, e gli occhi pensierosi le sfavillavano. Poi sapeva quanto valeva e possedeva un modo tutto suo per trattar la gente, tra l'affabile e l'altero, tra il serio e il sarcastico. Con gli uomini per&ograve; restava un po' timida, sulle prime, e non pareva dessa. Non aveva esperienza della vita, non aveva mai fatto l'amore, forse mai amato, e sognava ed aveva paura del gran mistero. Perci&ograve; s'intimidiva davanti ai giovanotti - spiritosa con i vecchi, con gli ammogliati e con le donne - e sotto il loro sguardo l'anima sua si sentiva smarrita, il suo sguardo diventava incerto, arrossiva, e qualche volta aveva voglia di piangere, sembrandole che i complimenti fossero caricature. <BR>Fu cos&igrave; che, durante la salita alla montagna, Silio Boly, dopo averla accompagnata per un pezzetto, rest&ograve; indietro ad attendere un ufficialetto, suo amico. L'ufficialetto spacconava con una borsetta ad armacollo e canticchiava un'arietta tragica. Pareva un conquistatore, o per lo meno non dimostrava di accorgersi della consunzione molto avanzata della sua divisa. <BR>Silio gli disse dunque, canzonando, ma in modo di non essere inteso da altri: <BR>- Signorina Margherita, di qua, signorina Margherita, di l&agrave;... corpo di bacco, sai tu quanto pu&ograve; possedere, Leandri? <BR>- Cosa ne so io? - rispose l'altro meravigliato. - Se non lo sai tu che sei del paese! Se vuoi, non la conoscevo ancora. <BR>- Dicono che &egrave; spiritosa. &Egrave; una sciocca, io non so dove la trovino spiritosa. <BR>- Cosa le stavi dicendo? <BR>- Questo e quest'altro. <BR>Per cinque minuti, Silio continu&ograve; a dir corna della povera Margherita; ci&ograve; non ostante, poco dopo la raggiunse di nuovo e riattacc&ograve; discorso. Forse voleva divertirsi semplicemente, far dello spirito, ma, ad ogni modo, Leandro Leandri, l'ufficialetto, pens&ograve; che con le ragazze ricche non bisogna scherzare, specialmente quando si &egrave; spiantati, come Silio; un avvocatino praticante, gran ballerino, gran suonatore di chitarra, gran ciarlatano, e con le tasche vuote. Anche Boly non era bello, ma s'imponeva con la sua persona alta ed elegante e con le sue ciarle. <BR>Salivano sempre, ed era di sera. <BR>Dovevano passare una notte ed il giorno dopo sulla montagna, nelle stanze e nelle capanne addossate al santuario, fra i boschi. <BR>Per le signore e per i bimbi s'eran gi&agrave; mandati dei materassi e delle coperte, e gli uomini dovevano accomodarsi come potevano, ma del resto tutti prevedevano di passar la notte divertendosi. <BR>E salivano sempre. Il sentiero era aspro, fra grandi graniti spaccati, ma a momenti apparivano delle piccole pianure, donde si godevano vasti panorami, e il timo olezzava, e poi cominciavano i boschi e venivano le felci, e il sentiero rasentava dei ruscelletti pieni di giunco e di frescura. <BR>Nessuno si accorgeva del lungo cammino faticoso, tra le ciarle e le risate. I bambini erano i pi&ugrave; coraggiosi e infaticabili. <BR>E Silio Boly accompagnava sempre Margherita. L'ufficialetto dalla borsetta ora guardava sempre in alto, verso quei due, deciso di tenerli d'occhio. Peggio per Boly, che aveva destato la sua curiosit&agrave;. <BR>Margherita vestiva semplicemente di grigio biancastro e teneva una sciarpa rossa intorno al collo e la mantellina sul braccio. <BR>Leandri seguiva la figurina elegante con ostinazione, e la vedeva sempre pi&ugrave; in alto, andare svelta e diritta, senza stancarsi mai. Nei luoghi stretti Silio la lasciava passar davanti, e una volta quello della borsetta vide l'amico porger la sua mano alla fanciulla per aiutarla a varcare una piccola rupe. L'ufficiale se ne stizz&igrave;, avrebbe voluto raggiungerli e mettersi a corteggiar Margherita, per far dispetto a Boly, ma non poteva arrivarci. Li guardava sempre come un incantato; un signore lo sopraggiunse e gli diede uno spintone dicendo: <BR>- A che pensate? <BR>Poi pass&ograve; oltre, lasciandolo offeso e mortificato. Dopo tutto, cosa gli doveva importare se quei due camminavano insieme? <BR>Sotto i boschi alti la sera avanzava e il silenzio era dolcissimo, solenne. I pigolii degli uccelli sembravano preghiere, e c'era tanta poesia nei piccoli sentieri tracciati tra le felci e vicino alle fontane, da non potersi ridire. <BR>Dietro alle spalle dei viaggiatori, nello sfondo degli alti elci, l'occidente rosso gettava il suo riflesso sino ai boschi, sino al cielo leggermente cinereo. <BR>Prima di arrivare alla chiesa, i ragazzi e le persone che precedevano si fermarono su un ciglione, su un muricciuolo che dominava una verde radura, aspettando che tutti arrivassero. E le ragazzine, cinque o sei belle bambine, intonarono la Marcia Reale, con certe vocine alte, di uno strano effetto su quell'altura, in quel gran silenzio maestoso. Leandri si sent&igrave; venir le lagrime agli occhi, bench&eacute; Ninn&igrave;a Farina cantasse precisamente l'inno, storpiato in questo modo: <BR><BR>Viva il Re! Le armi imparate, <BR>Le bandiere al vento sciolte, <BR>Siam di fronte alle rivolte. <BR>Viva in lui la libert&agrave;... la libert&agrave;;... <BR><BR>Fu cos&igrave; che finalmente raggiunse Boly e Margherita, e non li lasci&ograve; per tutto il resto della strada. <BR>Le ragazzine precedevano cantando sempre la Marcia Reale, e tutti gli altri, in gruppo, seguivano, quasi al passo di marcia. <BR>- &Egrave; un luogo incantevole - diceva Leandri con aria stanca. - Hai tu dei boschi quass&ugrave;, Boly? <BR>Il giovine si morsic&ograve; la punta della lingua, perch&eacute; non aveva n&eacute; boschi n&eacute; terre, n&eacute; quass&ugrave; n&eacute; laggi&ugrave;, ma fu pronto a rispondere: <BR>- Io no, ma la signorina s&igrave;! <BR>- S&igrave;, molti - afferm&ograve; semplicemente Margherita, che si metteva la mantellina, dietro ordine della madre. <BR>L'ufficiale cred&eacute; capire qualche cosa nella vivace risposta di Boly, e se ne ingelos&igrave;. Fu in quel momento che cominci&ograve; a far complimenti con la ragazza, ma venivano accolti cos&igrave; freddamente che pens&ograve;: <BR>- O &egrave; davvero sciocca, o son giunto tardi. <BR>Tuttavia continu&ograve; a perseguitare la graziosa coppia con la sua presenza, anche quando arrivarono e quando si riposarono. <BR>Boly lo mandava al diavolo ogni minuto, e pi&ugrave; d'una volta fu per dirgli: <BR>- Fammi un po' il piacere, levamiti dai piedi, mio caro, tanto la dote di Margherita non fa per te! <BR>Nella chiesa, ove giunsero ch'era quasi notte, c'era altra gente; gente che abitava lass&ugrave; da qualche giorno per far la novena alla Madonna, protettrice delle montagne. <BR>I nuovi arrivati furono accolti festevolmente e vennero messe a loro disposizione due o tre delle vecchie stanze incomode addossate alla chiesa. <BR>Si cen&ograve; naturalmente male, ma subito dopo tutti uscirono sulla spianata e cominciarono i balli, i suoni e le avventure. <BR>La luna spunt&ograve;, rossa ed immensa, dal lontanissimo mare, e tutti restarono estatici davanti all'improvviso spettacolo. Una grande, sublime gioia era lass&ugrave;, in quel luogo strano, lontano dal mondo. Pareva un sogno, con la chiesa screpolata, i boschi immobili nella calda notte, i grandi fuochi accesi sulla spianata, ove i bimbi ballavano e le chitarre trillavano ridendo e singhiozzando. A poco, a poco la luna fu dimenticata, ed essa, per vendicarsi, fece impallidire la luce dei fuochi e illumin&ograve; tutti i volti. <BR>E Leandri continuava a spiare Boly e Margherita. Siccome Margherita era sempre festeggiata, nessuno trovava che ridire se Silio l'avvicinava troppo; ma l'ufficiale sorrideva malignamente. <BR>Boly suon&ograve; la chitarra e cant&ograve; appassionatamente un'aria del <I>David Rizio</I>, del maestro Canepa, poi volle ballare anch'esso e ball&ograve; sempre con Margherita. <BR>Ora, siccome molti signori e signore, che non avevano voglia di ballare, erano andati a far delle escursioni poetiche, Leandri vide ad un tratto che anche Boly e Margherita mancavano dalla spianata! Non c'era alcun male e nessuno ci bad&ograve;. <BR>Ma l'ufficialetto rest&ograve; male, e, per levarsi certe idee di testa, si mise a ballare come un disperato, senza levarsi la borsetta, che dava gran fastidio alla sua dama, una ragazzina di quindici anni, molto sventata. <BR>- Cosa ci ha l&igrave; dentro? - gli chiese con curiosit&agrave;. - Perch&eacute; non se la leva? <BR>- Eh, diavolo! - diss'egli impacciato. - Cose necessarie. <BR>- Uno specchio? Il pettine? - fece l'altra, ridendo. - Il binoccolo? <BR>- Oh, no, no, niente affatto!... - rispose egli, mordendosi un baffettino, cio&egrave; la punta di un baffettino. Avrebbe voluto dire d'averci il binoccolo, ma tem&eacute; che la ragazza glielo chiedesse. In realt&agrave;, non ci aveva nulla. <BR>E cos&igrave; pass&ograve; l'ora. Boly torn&ograve; solo, inosservatamente, e Margherita riapparve con altre signorine. Leandri, c&ograve;lto da un eccesso di vera gelosia, le and&ograve; vicino e la guard&ograve; sfacciatamente. <BR>Ma essa non gli bad&ograve;; aveva il viso bianchissimo, pi&ugrave; del solito, e su quel pallore alabastrino spiccavano le labbra, rossissime, quasi sanguigne. I suoi occhi poi erano pieni di sogno e di sgomento. Rideva, ma con gaiezza febbrile: s'era levata la mantellina e la sciarpa, e pareva avesse tutti gli ardori della febbre. <BR><BR><BR>- Margherita, Margheritina mia, che cosa ti stai facendo! - le diceva quasi ogni giorno zia Baingia, ch'era la sua balia, scuotendo la testa con grande compianto. <BR>Zia Baingia aveva allevato Margherita e, siccome stava vicina di casa, andava spesso a trovarla. Le voleva molto bene e avrebbe voluto vederla accasata con un re. Ora, quando le dicevano che Margherita faceva l'amore con l'avvocatino Boly, zia Baingia ne provava moltissimo dispiacere e quasi mettevasi a piangere. E sempre le ripeteva: <BR>- Margheritina mia, che cosa ti stai facendo? Non stai forse bene in casa tua, non sei ragazzina ancora, non puoi sposare un uomo ricco e conforme al tuo grado? <BR>Margherita diceva sempre di no, negava e pregava la balia di non credere alle lingue cattive. <BR>- Io non conosco quasi neppure questo Boly - diceva. - Sono sciocchezze che dice la gente, perch&eacute; ho ballato con lui al monte. <BR>Diceva cos&igrave;, sorridendo a fior di labbra, ma in fondo al cuore sentiva un'angoscia infinita e le sembrava di odiare zia Baingia perch&eacute; parlava male di Silio Boly, di cui in realt&agrave; era perdutamente innamorata, e col quale si scrivevano, in attesa di giorni migliori. <BR>Si capisce facilmente: per Margherita non c'era un altro cristiano pi&ugrave; bello, pi&ugrave; buono e pi&ugrave; nobile di Silio Boly. Quando gliene parlavano male, perch&eacute; era povero e non aveva ancora una posizione, ella odiava la bocca che pronunziava le male parole, e sentiva di disprezzare tutta l'umanit&agrave;, che pretende la grandezza e la nobilt&agrave; non nel cuore e nella mente, ma nelle tasche delle persone. Margherita ne piangeva come una bambina, ma sperava nell'avvenire. <BR>In casa sua sapevano tutta la storia, e le parlarono chiaramente: <BR>- Non vogliamo che tu ami costui! <BR>Ma come era possibile non amarlo? C'era una volont&agrave; superiore che l'imponeva, che vinceva ogni altra volont&agrave;. Non era forse la volont&agrave; di Dio? Margherita soffriva e dimagrava, e desiderava morire, ma ogni lettera di Boly le ridonava ogni forza ed ogni speranza. <BR>- Voi lo vedete, Dio mio, - diceva, pregando, coi gomiti sul davanzale e gli occhi vaganti sulla verde linea delle montagne, - io non posso vincere perch&eacute; voi lo volete. Come posso io vincere? <I>Egli</I> &egrave; buono, &egrave; nobile, &egrave; grande ed io l'amo per ci&ograve;. Non potr&ograve; mai amare nessun altro, o Dio mio, o Dio mio, o Dio mio! <BR>E scendevano le lacrime, con quell'angoscia acuta che pare volutt&agrave;, e giorno e notte, ovunque fosse, con chiunque fosse, ella pensava e sognava di <I>lui</I>, desiderandosi vicina a lui, stretta a lui per tutta l'eternit&agrave;. Perch&eacute;, infine, che cosa &egrave; l'amore, che cosa &egrave; la passione se non il desiderio vivo, invincibile, continuo, di trovarsi vicino a una data persona? Salvo poi a non provarci pi&ugrave; alcun gusto quando ci si &egrave; vicini. <BR>Ora avvenne un caso straordinario. Si era agli ultimi di ottobre, dopo una pioggia dirotta che aveva lavato i tetti e le montagne, dando ad ogni cosa la dolce tinta umida e decisa delle belle giornate d'inverno. Anche il cielo era diventato pi&ugrave; azzurro e limpido, e gli elci dell'orto avevano ora il colore fosco e lucente delle foreste nordiche. Di notte, la luminosissima luna d'ottobre, su quel cielo limpido che pareva d'acqua, smaltava il paese, allagandolo dell'argento liquido pi&ugrave; puro, ed in una di queste notti meravigliose arriv&ograve; in casa di Margherita un ospite. Si chiamava Antonio Arau, ed aveva trentasei anni. Era di buona statura, d'un'eleganza piuttosto pesante e poco ricercata. Era bruno, bronzino di volto, con la bont&agrave; e la semplicit&agrave; scolpita sulla fronte, sugli occhi tranquilli e sulla bocca sorridente. Aveva poco spirito, una coltura molto mediocre e moltissimi denari. <BR>Cavalcava stupendamente, cacciava cinghiali e caprioli come altri pu&ograve; cacciar passerotti, ed aveva anche viaggiato molto. Ma, dopo tutto, era un signore da villaggio, cio&egrave; una cosa volgare e poco interessante. Veniva per giurato alla Corte d'Assise, ed essendo molto amico della famiglia di Margherita, andava ad ospitare in quella casa, come il padre di Margherita ospitava in casa degli Arau, allorch&eacute; si recava nel loro villaggio. Da quasi cinque anni per&ograve; Antonio non era pi&ugrave; tornato nella citt&agrave;; si stup&igrave; quindi grandemente quando vide che il suo amico aveva una figlia grande e vezzosa come Margherita. <BR>Al suo arrivo tutti erano usciti nella corte per dargli il benvenuto, mentre smontava da cavallo. <BR>Era notte, e alla luce della luna sotto i pergolati spogli Margherita sembr&ograve; ad Antonio pi&ugrave; bella ed elegante di quel che realmente era. Gli sembr&ograve; una signorina di venticinque anni, e prov&ograve; una specie di soggezione facendo la sua conoscenza. <BR>- Io l'ho lasciata quasi bambina - disse, e non seppe farle alcun complimento, per cui ella lo giudic&ograve; male e sorrise di lui. <BR>Antonio Arau fu ricevuto con gran festa; portava dei regali magnifici, e gli fu assegnata una camera fra le migliori della casa. <BR>Il padre di Margherita era tutto felice di aver l'amico in casa sua, e voleva lo trattassero con infinita gentilezza, perch&eacute; anch'egli veniva ricevuto cos&igrave; dagli Arau. <BR>Di notte, dopo cena, si trattenevano assieme fino a mezzanotte, e dopo tre giorni Antonio divent&ograve; anche l'amico intimo dei bambini. Con Margherita, invece, restava un po' troppo timido e rispettoso, bench&eacute; si fosse accorto ch'ella era ancora tanto bambina e semplice. Margherita lo riguardava con cortesia, ma alle spalle gli faceva uno strano sorriso. Gli sembrava vecchio e goffo, ignorante e volgare. <BR>Antonio non poteva pensare a questo; la fanciulla era tanto gentile e vezzosa con lui ch'egli ne restava incantato. A tavola, a conversazione, in ogni luogo, non poteva staccarle gli occhi di dosso. Doveva essere una ragazzina semplice e buona e prudente se parlava cos&igrave;, con tanta educazione, se era cos&igrave; obbediente e rispettosa, se amava e sopportava con tanta grazia i fratellini, monellucci irrequieti, se vestiva con tanta semplicit&agrave;. Indossava sempre lo stesso vestitino d'indiana azzurra, col colletto bianco rivoltato, adorno di una sottile gala che le rendeva il collo pi&ugrave; bianco e delicato. E la blusa raccolta alla vita, e le maniche larghe sino al gomito, le davano un'aria di spigliatezza e d'eleganza ch'era tutto un poema affascinante. E per affascinare Antonio Arau, ci voleva molto, molto meno di ci&ograve;. Vedeva il vestitino di Margherita anche quando dormiva, e lo rivedeva nelle vie, alle Assise, sul banco dei giurati, e infine, per vederlo ancora di pi&ugrave;, fece di tutto per restare un'altra quindicina, al contrario degli altri giurati che lavoravano di mani e di piedi per esimersi sin dal primo giorno. <BR>Cosa c'era infine? Una cosa molto impreveduta da tutti, fuorch&eacute; da Margherita, che se ne accorse subito, e che quindi cominci&ograve; a provare per l'ospite quel sentimento o sensazione apportata dal fumo agli occhi. <BR>Antonio si accorse del suo amore un giorno che gli dissero al passeggio come Margherita facesse l'amore con Silio Boly. Si sent&igrave; venir meno, e i suoi occhi buoni guardarono quasi ferocemente il giovine ed elegante avvocato. Eppure, per una strana legge d'attrazione, fu costretto ad avvicinarsi a Boly, che sapendolo ospite in casa di <I>lei</I>, gli fece mille feste. <BR>Diventarono quasi amici. <BR>Cos&igrave;, trovandosi qualche volta solo con Margherita, le parlava sempre di Boly, chiedendole s'era vero che facevano l'amore. Essa arrossiva, ma negava sempre. Antonio le credeva, perch&eacute; aveva assoluto bisogno di crederle, ma non poteva mai dirle come avrebbe desiderato star lui, e non Boly, dentro il suo giovine cuore. <BR>Avrebbe voluto dirle: <BR>- Margheritina mia, io non pensavo punto di prender moglie prima di venir qui, ed ora tu m'hai fatto cambiar di parere. Perch&eacute; lo sai, Margherita, se realmente non provi nulla per me? Lo so bene, non sono elegante come Boly, ma se tu sapessi come &egrave; gaia e piena di grazia di Dio la nuova casa che mi son edificato ora, sul confine del villaggio! Dirai che ho tanti anni pi&ugrave; di te, ma sai... sai... io mi sento tanto giovane davanti a te... sai... alla mia et&agrave; si ama in un modo straordinario, con tutte le forze possibili ed immaginabili... come non si ama altra volta... e l'amore rende giovani, e non lascia pi&ugrave; invecchiare, Margherita... Margherita... <BR>E tante altre cose avrebbe voluto dirle, ma non ci riusciva mai. Cos&igrave; i giorni passavano. Antonio ad ore credeva d'essere in casa di Margherita da un secolo, ad ore di esserci da un minuto, il tempo di un sogno solo solo... <BR>E veniva il novembre, con una precoce estate di San Martino, che rendeva le sere tiepide e colorate. Antonio era da ventitr&eacute; giorni in casa di Margherita, e gli restavano ancora sette giorni per decidersi. <BR>Aveva preso una relativa famigliarit&agrave; con la casa e con le persone; e voleva bene ad ogni angolo, ad ogni oggettino che vedeva l&agrave; dentro. Il viale specialmente egli amava, il viale in fondo agli orti, su cui gli elci gettavano sempre l'illusione di un bosco, ove Margherita passeggiava ogni sera. Di l&agrave; si vedevano le montagne, e si sentivano le capre a pascolare, e gli uccelli cantare in lontananza le melodie della solitudine e dell'amore. <BR>Una notte Antonio si trov&ograve; come per caso sotto gli elci, ma Margherita non c'era. Pens&ograve; che avrebbe volentieri ceduto tutti i boschi cedui e non cedui ch'egli possedeva nel suo paese, pur di aver quegli elci e i pensieri che Margherita formulava, passeggiandovi sotto. E andava su e gi&ugrave;, vedendo sempre nell'ombra la veste azzurra, che non poteva toccare: perch&eacute; non poteva raggiungerla, perch&eacute; non sentire la testina graziosa che sognava sotto quegli elci, sul suo petto di forte gentiluomo? E dire solo cos&igrave;: <BR>- Margheritina mia! <BR>Ora avvenne che Antonio Arau, coi suoi trentasei anni, fece una pazzia quella sera; baci&ograve; il tronco di un elce; ma il tronco era cos&igrave; freddo e inanimato che un brivido gli fece tremare tutte le larghe spalle, e le mani bronzine. Poi raccolse una foglia, dura e grigia, e la raccolse bene. L'indomani doveva partire. <BR>Sarebbe partito senza dir nulla, se quel giorno Margherita non fosse uscita di casa. Invece, verso le due, ella si vest&igrave;, e, prima di mettersi il cappello, scese per dare il buon viaggio all'ospite. <BR>- Dunque, - disse entrando, - lei parte stasera? <BR>Non ne dimostrava alcun dispiacere; Antonio la guard&ograve; e non pot&eacute; dir nulla, ma sorrise, con un vago incantamento entro gli occhi. <BR>Margherita vestiva quasi sfarzosamente, un abito di lana bianca pesante a fiori di seta; due larghi nastri verdi le partivano dal fondo della sottana, dopo aver formato un fiocco, e si fermavano sui fianchi sottili, poi ripartivano fino alle spalle, come bretelle, formando altri due fiocchi al di sopra delle maniche larghe. <BR>Antonio la guard&ograve; lungamente. Poi prese avidamente la sua manina e disse: <BR>- S&igrave;, parto... ma ritorner&ograve;! <BR>- Allora, arrivederci! - ella esclam&ograve;, e disse qualche altra parola graziosa che Antonio non cap&igrave;. <BR>Pensava che non poteva pi&ugrave; partire cos&igrave;, senza tentar la fortuna. L'abito bianco con le bretelle verdi trasformava Margherita, e questa trasformazione dava un coraggio immenso ad Antonio. <BR>Pens&ograve;: ella non vorr&agrave; seppellirsi nel mio villaggio, per quanto bella ed elegante sia la casa mia, ma io verr&ograve; qui... andr&ograve; ov'ella vorr&agrave;, anche a Cagliari... anche a Roma. E, appena uscita la fanciulla, l'ospite parl&ograve; col padre suo e gli chiese la manina della piccola, irresistibile incantatrice. <BR>Il padre, che aspettava questa domanda, abbracci&ograve; e baci&ograve; l'amico. <BR>- Parti tranquillo, - gli disse teneramente, - io far&ograve; di tutto per renderti felice, e assicurare, nello stesso tempo, la felicit&agrave; di mia figlia. <BR>Antonio part&igrave;, e gli sembrava sempre un sogno. Il sole tramont&ograve; mentre egli viaggiava ancora, e tutto l'orizzonte si tinse di violetto, dolcemente, melanconicamente. E anche la nebbia, che usciva dalle terre arate, era leggermente violetta, e nello stradale i mucchi di ghiaia color sapone sparivano ad uno ad uno in quella nebbia, mentre il cavallo di Antonio Arau faceva un bel sogno come il suo padrone. <BR><BR><BR>Cominci&ograve; allora una persecuzione continua, orribile nella sua dolcezza, per la povera Margherita. <BR>Il padre e la madre, la balia e tutti i parenti, ogni giorno, ogni ora, ogni istante, le parlavano, con calma insinuante, di Antonio e della sua proposta di matrimonio. <BR>- Io non lo voglio! Non voglio neanche sentirne parlare! - diceva essa con ostinazione. - Perch&eacute; volete sacrificarmi? Vi son di peso? In tal caso ve lo lever&ograve; presto il fastidio! - esclamava impallidendo. E si metteva a piangere, pregando Dio di farla morire. <BR>- Figlia mia, Margheritina mia, - diceva il padre carezzandole i capelli, - tu non senti tutto il bene che ti vogliamo. &Egrave; solo per il tuo bene, solo, solo per questo. Pensaci bene. Con Antonio Arau si apre per te il paradiso. Pensaci bene. Ci penserai? <BR>L'accarezzava tanto bene ch'ella si lasciava, per il momento, commuovere, e rispondeva: <BR>- Ci penser&ograve;. <BR>Ma l'indomani tornava con la solita cantilena: <BR>- No, no, no e poi no! <BR>Ella non lo voleva questo straniero, questo gentiluomo di villaggio. Era vecchio, aveva un brutto nome, un nome volgare, mentre il nome aristocratico e feudale di Silio Boly era il pi&ugrave; bel nome del mondo! Ella amava Boly e avrebbe sposato solo Boly, perch&eacute; altrimenti egli ne sarebbe morto, ed ella pure! <BR>Intanto, per maggior prudenza, il padre - sapendo che questo capriccio insano, come egli lo considerava, impediva a Margherita di veder la sua fortuna - fece di tutto per troncare la corrispondenza dei due innamorati. E port&ograve; la figliuola a viaggiare per allontanarla dalla sua fissazione. Lo fece con tale destrezza che ella non si accorse punto dello scopo e lo segu&igrave; con piacere, credendo fosse una gita di pochi giorni. <BR>Dopo essere stati una settimana presso certi vecchi parenti lontani, andarono in un altro villaggio. Margherita per poco non fu colta da un accidente allorch&eacute; vide venir loro incontro Antonio Arau. Questo dunque era il suo paese? Cred&eacute; l'avessero portata per farle sposare Antonio, e in un momento di terrore supplic&ograve; suo padre di tornar indietro. Ella sarebbe morta, sarebbe morta! Si mise a piangere come una bambina, tanto che suo padre si vide disperato. <BR>- &Egrave; inutile! - pens&ograve;. - Non ne verremo a capo di nulla. <BR>Pens&ograve; anche di adirarsi, ma siccome era uomo prudente non lo fece, tanto pi&ugrave; trovandosi in paese straniero. <BR>- Non far la sciocca, - disse semplicemente, - non ti ho portato qui per lasciarti. Ci resteremo un giorno solo, ma fammi il piacere di non far brutta figura. <BR>Antonio li accolse in casa sua con gentilezza squisita. Abitava con sua madre, una vecchia e soavissima donna che baci&ograve; Margherita, facendole mille complimenti, e in quella casa fresca, nuova, ove trapelava il benessere da ogni angolo, Margherita si sent&igrave; tranquilla e sicura. <BR>Era in dicembre e faceva un gran freddo; perci&ograve; Margherita non volle uscire per visitare il villaggio, e rest&ograve; accanto al fuoco con donna Tommasa, mentre le serve preparavano un magnifico pranzo. <BR>Donna Tommasa sapeva lo scopo della visita invernale dei loro amici, ma non fece veder nulla a Margherita. Parlarono di cose indifferenti, e poi venne un momento in cui non ebbero pi&ugrave; nulla da dirsi. <BR>Nel caldo della bella stanza moderna, traverso le cui cortine non si scorgeva per nulla la miseria del villaggio, Margherita sentiva un vago benessere, e trovatasi un momento sola chiuse gli occhi e pens&ograve; seriamente. <BR>Lo strazio intimo che l'aveva fino a quell'ora investita parve calmarsi, e l'immagine di Silio Boly impallid&igrave; in lontananza. Era effetto delle cose vedute negli ultimi giorni, del viaggio fatto, delle nuove impressioni, o del caldo della pace grigia, invadente e solenne della casa di Antonio Arau? <BR>Come era buona donna Tommasa, come era fina e prudente! <BR>Dunque, dunque, doveva Margherita chinare la testa? Tanto Boly non glielo avrebbero lasciato sposare mai, tanto la sua vita era distrutta!... <BR>Singhiozz&ograve;, ad occhi chiusi, e di nuovo, e sempre, desider&ograve; morire. <BR>- Dunque, - disse il padre ritornando, - cosa si pensa? Si riparte? <BR>- S&igrave;! - diss'ella, pronta. <BR>- Stanotte, stanotte almeno! - supplic&ograve; Antonio. <BR>Siccome Margherita insisteva, gli Arau parvero offendersi, e minacciarono di non andar pi&ugrave; a trovare i loro amici, nella loro citt&agrave;, se non rimanevano. <BR>- Ma perch&eacute; sei venuta se non per vedere il villaggio? - disse donna Tommasa. - Stasera faremo un giro, andremo in chiesa... vedrai la chiesa... <BR>- Me ne importa molto della vostra chiesa! - pens&ograve; Margherita con disprezzo. Tuttavia, dopo pranzo, usc&igrave; e and&ograve; in chiesa, e poi venne recata quasi in processione, di casa in casa. <BR>- &Egrave; la fidanzata di Antonio Arau - dicevano tutti. Furono feste, gentilezze, cerimonie da non dirsi. Le donne regalavano cose graziose alla visitatrice, e tutte le dimostravano apertamente quanta adorazione le avrebbero consacrato, venendo essa a stabilirsi fra loro. <BR>Intanto Antonio restava rispettosamente lontano, e solo verso sera os&ograve; avvicinarsele. Ella sedeva accanto al fuoco, davanti al gran camino di granito, ed era in quell'ora dei crepuscoli invernali quando tutta la pace e la poesia della vita si raccolgono nelle stanze ben chiuse, ben arredate e illuminate dal fuoco. Antonio rest&ograve; ritto dietro la sedia di Margherita. Fosse caso, o fosse previdenza altrui, si trovarono soli. <BR>- Come t'&egrave; piaciuto il nostro paese? - domand&ograve;. <BR>- &Egrave; bellino - diss'ella con indifferenza. <BR>Il calore del fuoco la faceva arrossire, e guardava con strana intensit&agrave; le brace luminose. Sapeva dove Antonio sarebbe andato a finire, e ne provava uno strazio profondo, ma non pensava alle parole da rispondergli. <BR>- Dunque, - diss'egli, dopo una lunga pausa, - dunque non verresti mai ad abitarlo? - E mormor&ograve; tremando: - Margherita?... <BR>Ma mentre egli stesso si stupiva del coraggio che aveva a dir queste parole e questo nome, Margherita, la quale sent&igrave; bene il suo tremito, pens&ograve; indegnamente se tutto ci&ograve; non era commedia. E la sua amarezza crebbe, le inond&ograve; tutta l'anima, tutto l'essere, le allag&ograve; la bocca e le labbra. Fu cos&igrave; ch'ella disse, vivamente: <BR>- Ah, &egrave; per questo che mi hanno portato qui? Lo sapevo, lo sapevo! Ma perch&eacute; mi volete far morire? <BR>Chin&ograve; la testa e singhiozz&ograve;. Antonio diede uno sbalzo. Questo s&igrave;, ch'era un sogno, un delitto, una cosa orrenda! Eppure egli sapeva ogni cosa, ed il padre di Margherita gli aveva detto: <BR>- &Egrave; una bambina ostinata, che non vede la sua fortuna. Ora io te l'ho condotta qui per farle toccare con le sue mani il bene che le recherebbe un suo solo cenno di testa. Prova un po' tu a farle dire di s&igrave;! <BR>- Non piangere, Margherita, - disse Antonio, sedendosele accanto, - non ti hanno condotta qui per farti del male, e, se vuoi ripartire, ripartirai in questo stesso momento. Ma senti, - soggiunse poi scherzando con la morte nel cuore, - senti che vento; ci sono tutti i morti per l'aria. Non temi i morti? <BR>- Io temo i vivi! - diss'ella sorridendo. <BR>- S&igrave;, giusto! Ma i vivi che vogliono recarti danno e infelicit&agrave;? <BR>Margherita cap&igrave; subito che alludeva a Boly e si sent&igrave; stringer la gola, ma non disse nulla. Boly si allontanava sempre pi&ugrave;, sfumava in quella grande e grigia oscurit&agrave; invernale. Margherita non lo sentiva pi&ugrave; dentro di s&eacute;, come prima; le sfuggiva con quel gran desiderio di stargli vicina che prima la dominava sempre. <BR>Non desiderava pi&ugrave; di star vicino a nessuno; desiderava solo di morire, e tutti i suoi sentimenti si assopivano in questo desiderio di sonno infinito. Perch&eacute; non la lasciavano in pace? Perch&eacute; la tormentavano ancora? <BR>- Margherita, - disse Antonio dopo un lungo silenzio, - &egrave; tanto che aspetto! Non vorrai dunque rispondere mai? Io far&ograve; tutto quello che tu vorrai. Verr&ograve; nel tuo paese, se cos&igrave; ti piace; andr&ograve; dove ti piacer&agrave;. &Egrave; per questo? <BR>E si pass&ograve; una mano sulla bocca, per nascondere il tremito delle sue labbra. Al riflesso del fuoco, l'iride dei suoi occhi buoni pareva una fiammella, e Margherita vedeva solo quella luce nella gran penombra che la circondava dentro e fuori. <BR>Doveva rispondere <I>s&igrave;</I>? Ora le sembrava una cosa naturale e necessaria, assolutamente necessaria. <BR>Ma non poteva parlare, non poteva muover la lingua; le sembrava che i suoi denti fossero una catena di montagne, in un paese oscuro. <BR>- Perch&eacute; non mi rispondi, Margherita? Tu non sai che supplizio &egrave; questo tuo silenzio! Dimmi qualche cosa, una sola, una sola parola! - Le prese una mano e la strinse fra le sue, calde e vigorose. <BR>- Senti, - continu&ograve;, - io so ogni cosa tua, ma lo vedi tu stessa che &egrave; una sciocchezza. Boly &egrave; spiantato, i tuoi non lo vogliono, e poi non &egrave; un'anima buona, credi, perdonami... <BR>Ma Margherita non aveva nulla da perdonare; quelle parole, in quel momento, non le recavano offesa come altre volte. Tutto le sembrava naturale. Antonio riprese: <BR>- Io non ti chiedo che di lasciarti amare, uno, due mesi. Se, dopo questo tempo, tu non mi ami ancora, io mi ritiro. Ma rispondi dunque!?... <BR>- Ma cosa devo rispondere? - diss'ella alfine, con voce di stupore. <BR>Egli le strinse ancor pi&ugrave; la manina, sorrise, e disse con gran dolcezza: <BR>- Rispondi come ti dico io. <BR>- Come? <BR>- Che mi permetti di amarti per qualche mese, durante il quale non corrisponderai altro... <BR>- S&igrave;! - esclam&ograve; essa con semplicit&agrave;. <BR>Antonio tocc&ograve; il cielo col dito. <BR>Nella grigia oscurit&agrave; della stanza, Margherita sent&igrave; le due fiammelle degli occhi di lui penetrarle fino all'anima e frugargliela tutta, ma non ne prov&ograve; alcuna impressione, n&eacute; dolorosa, n&eacute; gioconda. Anche ci&ograve; le parve una cosa naturale e semplice, e quando Antonio le attir&ograve; la testolina e la fece posare sul suo forte cuore che batteva come una campana a festa, non sent&igrave; che l'impressione del panno fine della giacca sulla guancia delicata, e rest&ograve; cos&igrave;, desiderando ancora e sempre la morte. Anche la morte, ora, le pareva una cosa naturale, la pi&ugrave; semplice e necessaria delle cose. <BR>Subito si sparse la voce che Margherita era fidanzata con Antonio Arau. Zia Baingia, la balia, parea ballare sulla punta di un ago per l'allegrezza, e tutti in casa erano contentissimi della vittoria. <BR>Ma, ritornata nella realt&agrave; Margherita moriva di spasimo e di rimorso. <BR>Che aveva, che aveva ella fatto? <BR>Silio Boly era ritornato dentro di lei, pi&ugrave; imperioso e acuto di prima. <BR>Ogni sera ella piangeva, guardando le montagne, e sentiva tutta la tristezza e la desolazione invernale stringerla, raffreddarla, ucciderla. <BR>Mentre Boly le regnava sovrano in tutto l'essere, in tutto il pensiero, di Antonio non ricordava che l'impressione della giacca di panno, fredda ed aspra. <BR>Ma la parola era data, ed Antonio doveva venire a capo d'anno per farle una visita, la prima visita. <BR>Dopo il ritorno non aveva pi&ugrave; veduto Boly, e non gli aveva scritto, bench&eacute; avesse ricevuto una sua lettera disperata, perch&eacute; anch'egli sapeva oramai la novit&agrave;. <BR>E, fra le altre cose, ora Margherita temeva qualche immane disgrazia; credeva che Boly si ammazzasse, o che commettesse qualche grande follia. <BR>Ma non diceva nulla; operava sempre come in sogno, senza forza, senza energia. Il suo pensiero lavorava spaventosamente, e anzi talvolta ella credeva d'impazzire; ma non parlava mai, non operava mai. Si desiderava morta, o vecchia vecchia, giacch&eacute; la fanciullezza le recava tanti dispiaceri. <BR>Cos&igrave; arriv&ograve; capo d'anno, e di mattina giunse Antonio Arau. Questa volta veniva in carrozza, e non portava regali, per cui i ragazzini non l'accolsero con molto entusiasmo. <BR>Baci&ograve; Margherita in fronte, e le disse: <BR>- Come sei bianca! Sei malata, forse? <BR>- No, - diss'ella, - ho freddo. <BR>Per tutto il giorno, Antonio le fece la corte, a modo suo, e solo verso sera usc&igrave;. Ella aveva preso un contegno stupidino anzichen&ograve;, e provava un gran dispetto per Antonio, e avrebbe voluto dimostrarglielo, ma non poteva. Alle volte si fermava, con gli occhi spalancati, domandandosi: <BR>- Ma sono o non sono fidanzata? - Perch&eacute; sapeva bene che la gente avrebbe considerato la venuta di Antonio come visita ufficiale di fidanzato, e sentiva che ormai ell'era legata a lui. <BR>Ma chi l'aveva legata? Ella stessa? Quando, dove, come? <BR>Con un solo motto delle sue labbra ella aveva rotto tutto il suo sogno, il suo amore e il suo avvenire? <BR>Come questo era possibile? Perch&eacute;? <BR>Cos'era dunque la vita? <BR>E andava su e gi&ugrave; per il viale, sotto gli elci, nel freddo crepuscolo dell'ultimo giorno dell'anno. <BR>Quando suon&ograve; l'<I>Ave</I>, ella si ferm&ograve; e preg&ograve;, come l'abbiamo sentita nelle prime righe di questa storia. Con la testa appoggiata ad un tronco d'elce - quello stesso che Antonio aveva baciato - gemeva angosciosamente, vinta alfine da uno strazio deciso e ineffabilmente doloroso. <BR>La luce della luna si faceva sempre pi&ugrave; chiara e limpida, e dalle montagne salivano grandi nuvole di una bianchezza risplendente. <BR>E la tristezza della notte aumentava. Si udivano allegri rumori in lontananza, e dai fumaiuoli saliva il lieto fumo delle cene festose. Gli uomini dimenticavano il tempo, e solo la natura immortale pareva rattristarsi per l'agonia dell'anno. <BR>A un tratto, dopo l'<I>Ave Maria</I>, sullo sfondo delle nuvole bianche risplendenti come un gran tesoro d'argento, brill&ograve; un fuoco sulla cima della montagna. <BR>Sulle prime Margherita cred&eacute; fosse una stella rossa che spuntava; ma poi vide bene ch'era un fuoco, e ne fu tutta scossa. Un pensiero strano le venne subito in mente: dapprima ella stessa si stup&igrave; di questo pensiero, ma, a misura che il fuoco si faceva pi&ugrave; vivo, il pensiero si trasform&ograve; in dubbio, poi in convinzione profonda. <BR>E i suoi occhi, lucenti per le lagrime versate, non si staccarono pi&ugrave; di l&agrave;. Era cos&igrave;, doveva esser cos&igrave;. Era Silio Boly, ch'era salito sulla montagna, in quella sera fredda, in quella sera di festa, spronato da un'angoscia mortale e fatalissima. <BR>Era salito poich&eacute; non poteva parlare, poich&eacute; non poteva vederla, e le parlava e le gridava ora di lass&ugrave;, con quel fuoco, acceso da lui. <BR>Ella lo sentiva. Le cose che gridava il povero Silio, col raggio di quel fuoco, pallido su l'argento delle nuvole, non potevano ripetersi, tanto erano strazianti e dolorose. <BR>Ella sola, ella sola le sentiva e le comprendeva, e il suo volto diventava cinereo per il dolore. Tese le braccia: <BR>- Oh, Silio, Silio, prendimi lass&ugrave;; abbi piet&agrave; di me e di te! Silio Boly! <BR>Ma poi il fuoco si spense. Margherita fugg&igrave; via, verso casa, decisa di scuotersi dal sogno fatale che la rovinava; decisa di spezzare la catena che l'attaccava ad Antonio Arau. <BR>Non voleva pi&ugrave; morire, e non voleva tanto meno che morisse Silio suo, Silio, nobile, Silio adorato. <BR><BR><BR>Dopo cena - alla quale avevano assistito due intimi amici di famiglia - Petrina, la serva, entr&ograve; con la bocca aperta per il riso, portando un gran piatto rosso pieno d'acqua. <BR>- Brava, Petrina del mio cuore! - esclam&ograve; uno degli invitati. <BR>La serva depose il piatto nel centro della tavola, ancora piena di frutta, di piatti e di tovagliuoli, e gett&ograve; un pugno d'orzo, sempre ridendo. <BR>Margherita, ch'era stata sempre di cattivo umore, fece una smorfietta, di cui Antonio, sedutole accanto, si accorse benissimo. <BR>- Ti dispiace? - mormor&ograve; chinandosi. <BR>- No, e perch&eacute;? - diss'ella indifferente. <BR>Petrina levava i cestini delle frutta e i piatti, e, passando dietro la padroncina, mormor&ograve;: <BR>- Stanotte vedremo... <BR>Ma la fanciulla la fulmin&ograve; d'uno sguardo severo, per questa famigliarit&agrave; che si permetteva, e Petrina si sent&igrave; gelare. <BR>Intanto i bambini si erano protesi sulla mensa, e, rialzando la resta ai granelli dell'orzo, li mettevano a pescare entro il piatto dell'acqua. <BR>&Egrave; un'usanza sarda dell'ultima notte dell'anno. Si mettono entro l'acqua due granelli d'orzo e si smuove un po' il liquido elemento per farli camminare. I chicchi d'orzo rappresentano due innamorati, a cui talvolta si aggiunge un terzo, uomo o donna, che rende pi&ugrave; interessante le avventure della strana navigazione. <BR>- Chi mettiamo? - grid&ograve; il fratellino di Margherita. <BR>- La padroncina! - esclam&ograve; Petrina, rimasta, con tutta la libert&agrave; permessa dalla festa di capo d'anno, presso la mensa. <BR>- Stia con le mani secche! - disse poi vivamente al convitato, vicino a cui s'era appoggiata, e che cercava di accarezzarla. <BR>Fece un salto, e and&ograve; ad appoggiarsi sulla seggiola della padroncina. <BR>- Ecco, questa &egrave; Margherita! - grid&ograve; il bambino, mettendo un chicco di orzo. Ma lo mise cos&igrave; malamente che cal&ograve; subito a fondo. <BR>- Povera Margherita, ti sei naufragata! - esclam&ograve; Antonio, e tutti risero, tranne lei, che si morsicava le labbra. <BR>Il padre vedeva benissimo il broncio di Margherita, e ne restava mortificato, tanto che si alz&ograve; con uno degli invitati, e si mise a fumare, passeggiando traverso la stanza. <BR>- Lascia fare a me! - esclam&ograve; Petrina, respingendo la mano del ragazzino. - Dunque questa &egrave; la padroncina e questo &egrave; il signor Antonio! Guardi, signora Margherita, guardi come &egrave; grosso e allegro il signor Antonio! <BR>- Che sciocca! - disse Margherita, portandosi una mano alle labbra, che finalmente sorridevano. <BR>Antonio ne rest&ograve; tutto beato, e rise. <BR>Il granello che lo rappresentava era infatti grosso, e, appena messo nell'acqua, cominci&ograve; a dimenarsi, volteggiando allegramente. Invece, Margherita, sottile, con la coda ritta, restava rigida e si allontanava. <BR>- Non mi vuole! - disse Antonio, mentre tutti seguivano, sorridendo, l'andamento dei naviganti. - Si vede bene che non mi vuoi, Margherita! <BR><I>Ella</I> si allontanava, si allontanava sempre; e <I>lui</I>, fattosi serio, la rincorreva appassionatamente. <BR>- Guardino! - grid&ograve; Petrina. - Ora la padroncina si &egrave; voltata un poco, ha guardato... oh, come fugge, come fugge! <BR>- Ha paura! - esclam&ograve; Antonio. <BR>- Che sciocchezze! - diceva ogni tanto Margherita, rossa in viso e mortificata, seguendo tuttavia i granelli, con gli occhi scintillanti. <BR>- Oh, oh, Antonio si &egrave; fermato. &Egrave; strano! - disse uno dei bambini. <BR>Anche <I>lei</I> si ferm&ograve;. L'acqua fu nuovamente scossa da un soffio potente di Petrina, e i due granelli parvero invasi dalle vertigini. Disse Margherita: <BR>- Cos&igrave; non va bene. &Egrave; un forzare il destino. Si devono incontrare senza la spinta di nessuno; altrimenti &egrave; inutile. <BR>- Vero! - conferm&ograve; Antonio. <BR>I due granelli facevano delle pazze giravolte: si allontanavano, si avvicinavano, tornavano a dividersi; ma infine ripresero il corso normale. E <I>lei</I> torn&ograve; a fuggire; un momento si arrest&ograve;, attese, e parve aver un colloquio con lui, a rispettosa distanza; poi scapp&ograve; di nuovo. Antonio ricord&ograve; il colloquio avuto in casa sua, e si domand&ograve; se non c'era qualcosa di vero in quella rappresentazione. <BR>Ma Petrina era seccata dell'andamento senza scopo dei due, ed ebbe un'idea. <BR>Prese un terzo granello, e lo mise nell'acqua dicendo: <BR>- Stiamo a veder ora! Questo &egrave; l'avvocato Boly! <BR>Margherita le tir&ograve; fortemente il grembiale, sotto la tovaglia, mentre le orecchie le diventavano rosse come il melagrano; ma Petrina non vi bad&ograve;. <BR>Aveva voglia di ridere, e sapeva che tutto &egrave; permesso in questo giuoco di capo d'anno. Infatti nessuno si offese; solo Antonio ebbe come una specie di dispettoso sgomento, e Margherita, vedendo cos&igrave; rappresentato interamente il suo dramma, si sent&igrave; morire. <BR>- Oh, che spaccone! - disse il convitato, interessandosi sommamente al giuoco. <BR>Infatti Boly rest&ograve; un momento fermo, quasi per darsi un'idea esatta della sua posizione; poi cominci&ograve; a camminare boriosamente. <BR>- Pare indifferente! - disse Petrina. - Guardi, guardi, signora Margherita: guardi come si guardano in cagnesco col signor Antonio. Oh, Dio mio, Dio santo, si azzuffano. <BR>- Ma che! &Egrave; passato dritto, &egrave; passato avanti Boly; oh, sciocco di un Antonio, perch&eacute; ti lasci battere? Corri, corri! - grid&ograve; il convitato. <BR>Antonio diede un grosso sospiro, sorridendo, e disse: <BR>- &Egrave; inutile! Sono proprio sfortunato! Non mi resta che affogarmi. <BR>- Ecco, ecco! - grid&ograve; Petrina. - Si vogliono... la padroncina si &egrave; voltata... aspetta! Oh, diavolo, &egrave; l'avvocato che vuole? <BR>- Petrina, fammi il piacere! - esclam&ograve; Margherita, che non ne poteva pi&ugrave;. Ma l'altra continu&ograve;: <BR>- Eccoli, eccoli! Si avvicinano sempre pi&ugrave;! Il signor Antonio si &egrave; fermato, disperato del tutto! <BR>Margherita e Boly, entro l'acqua, si avvicinavano infatti, appassionatamente, vertiginosamente. Antonio, fermo, umiliato, guardava, addossandosi all'orlo del piatto, e il vero Antonio non sorrideva pi&ugrave;. <BR>Via, era una sciocchezza, eppure qualcosa di amaro e disgustoso lo invadeva, lo umiliava tutto. <BR>E la catastrofe pareva, era anzi imminente, allorch&eacute; accadde una strana cosa. Petrina soffi&ograve; nuovamente: una tempesta si scaten&ograve; nell'acqua rossa, che scintillava riflettendo i lumi, e tra i gridi e le proteste dei bambini e di Margherita, Boly cal&ograve; a fondo, e Antonio corse pazzamente e baci&ograve; Margherita, stringendosi appassionatamente a lei. <BR>Un vivo applauso, misto a gridi, a risate, a vivaci auguri, echeggi&ograve; per la stanza; e, mentre Margherita si metteva graziosamente il volto tra le mani, per nascondere il suo rossore, Antonio si proponeva di dar a Petrina, l'indomani, dieci lire di mancia! <BR>La serva, furba, aveva forse fatto appunto per ci&ograve; tutta la commedia; ma Antonio non lo seppe mai. <BR>- Ora mi metto io! - grid&ograve; intanto. E voltasi sfacciatamente al convitato gli chiese: <BR>- Mi vuole con s&eacute;? Mi vuole? <BR>- Ma sicuro! - esclam&ograve; egli. - Anche senza tentarne la prova con l'orzo. <BR><BR><BR>Siccome veniva altra gente, Petrina accese i lumi nella stanza attigua, e fece il fuoco entro il caminetto. <BR>Era una specie di salottino da lavoro, che restava chiuso tutto l'inverno. <BR>La finestra, grandissima, senza tendine, dava sugli orti, incorniciata da una pianta di rose d'ogni mese, e nel vano c'era un tavolino con sopra dei vecchi giornali e l'occorrente per scrivere. Ed era su questo tavolino, davanti alla visione del paese solitario, chiuso dalle grigie montagne, nella cornice fresca delle rose che talvolta venivano a baciare i vetri chiusi, che Margherita scriveva a Boly, nelle ore della notte, o in quelle della siesta. <BR>Bench&eacute; Petrina avesse acceso i lumi ed il fuoco, nessuno entr&ograve; nel salottino, siccome i padroni restavano di l&agrave;, nella stanza da pranzo. <BR>Petrina se ne accorse, e disse alla padrona: <BR>- Ho fatto il fuoco, dentro. <BR>- Sta bene! - e voleva passare di l&agrave;; ma la pregarono di non far complimenti, e non si mosse. <BR>Tutti chiacchieravano nella stanza da pranzo, e venivan serviti dolci, vini e frutta. I ragazzi continuavano a far dei giuochi, con l'orzo, col piombo fuso e in tanti altri modi; e, siccome levavano un chiasso indemoniato, la padrona disse: <BR>- Ih! Non si sente la madre col figlio! Fatemi il piacere di andarvene dentro! <BR>I piccolini presero i loro bagagli, e se ne andarono nel salottino. Margherita pens&ograve; che per loro non c'era bisogno di molti lumi, e dopo un momentino entr&ograve; e spense le steariche, lasciandone accesa solo una. Cos&igrave; fermossi davanti alla finestra, e le sue sottili sopracciglia ebbero un fremito. <BR>I vetri eran tutti irradiati dalla luna, e nella trasparenza argentea il fogliame giallo delle rose pareva di metallo, e al di l&agrave;, nella nitida notte, il paesaggio e le montagne grigie sembravano un sogno. <BR>Margherita fu invasa ed afferrata nuovamente dalla sua angoscia, per ogni fibra, per ogni muscolo, dai piedi ai capelli. E rimase l&igrave;, muta e irrigidita, mentre i fratellini giuocavano e ridevano sgangheratamente. Sui vetri pieni della luce lunare, su tutto il freddo bagliore dell'ultima notte, rivide il sogno suo di quell'anno tormentoso e delizioso, e sent&igrave; nel vano della finestra tutta la sua anima che si consumava per il dolore. No, non era possibile. Il suo sogno non doveva morire. <BR>Si sed&eacute; vicino al caminetto, e con la testa rivoltata sulla spalliera chiuse gli occhi e apr&igrave; le labbra, quasi a bere tutto di un fiato quel calice invisibile di suprema amarezza. <BR>Ricordava la sera passata in casa di Antonio, cos&igrave;, vicino al fuoco, quando nella penombra aveva dimenticato Silio, il povero Silio suo. <BR>Non sentiva il giuoco dei fratellini, n&eacute; le voci allegre della stanza vicina; ma un canto lontano, tranquillo, di una indefinita tristezza, le giungeva sin dentro al cuore, traverso il freddo silenzio degli orti illuminati dalla luna. <BR>Era il fuoco della montagna che parlava ancora? Erano gli elci che parlavano? Che dolcezza, che melanconia, che strazio era questo? <BR>Nel ritmo, dolce e struggente come il desiderio di baciare una persona lontana, Margherita sentiva tremare tutto il dolore di Silio per averla perduta, e sentiva il freddo maestoso, il freddo cristallino e incantato dei boschi di elci, sulle montagne, in quella notte misteriosa e grande. <BR>Egli forse era lass&ugrave;, a piangerla, e non sapeva quanto ella soffriva! Traversando le lunghe ciglia chiuse, due perle le rigarono il volto. <BR>- Margherita! - disse Antonio, dolcemente, posandole una mano sulla fronte. - Perch&eacute; sei fuggita? Cos'hai? <BR>Era venuto a cercarla, ed ella, tuffata nel suo dolore, non l'aveva neppur sentito avvicinarsi. <BR>Si scosse tutta, e respinse vivamente la buona mano di Antonio. E fu per dire delle amare parole, ma sent&igrave; acuta la voce dei fratellini. <BR>- Aspetta! - disse ad Antonio. Si lev&ograve;, e, andando presso i ragazzi, pronunzi&ograve;, chinandosi, qualcosa, sotto voce. <BR>Essi se ne andarono a malincuore. <BR>- Perch&eacute; li hai mandati via? - domand&ograve; Antonio, sorridendo. - Hai da dirmi qualche cosa? <BR>S&igrave;, precisamente, aveva da dirgli qualche cosa; ma non seppe trovare le parole. Mise un dito entro il piatto, e fece uno di quei famosi buchi nell'acqua, diventando nuovamente rossa per la commozione. <BR>- Cos'hai da dirmi, Margherita? - ripet&eacute; lui, avvicinandosi e guardandola con gli occhi spalancati, splendenti, quasi radiosi. <BR>Cosa aveva da dirgli? Tante, tante cose! Che l'annoiava prima di tutto, che la faceva soffrire, che se ne andasse e la lasciasse in pace, che avesse un po' di piet&agrave; di lei, di <I>lui</I>, di lui specialmente, di Silio suo adorato, il quale moriva, moriva e moriva... <BR>Ma non pot&eacute; dire tutte queste belle cose. Le si aggrovigliavano in gola, formandovi un nodo tremendo. <BR>- Margherita, perch&eacute; tutto questo broncio, perch&eacute; tutto questo malumore? Perch&eacute; ci sono io? Ma ricordati che sei stata tu a darmi il permesso. &Egrave; la prima volta che vengo... Se vuoi... <BR>- Ma - interruppe lei, con la voce che le strideva per il pianto mal represso, - tutti, tutti, appena ti hanno veduto arrivare, dissero... <BR>- E che cosa dissero?... <BR>- Che eri il mio fidanzato! <BR>- Ti dispiace? - domand&ograve; egli con leggera ironia. - Eppure la mia visita ha servito a qualche cosa... <BR>- A che cosa? <BR>- A farmi conoscere la grandezza d'animo di certe persone... <BR>- Di chi? - domand&ograve; Margherita, tuffando tutte le dita nell'acqua, e alzando fieramente la testa. <BR>I suoi occhi s'incontrarono con quelli di Antonio, e le parve di accorgersi, dal fiero e addolorato sguardo di lui, che s'ella era stanca della persecuzione, egli bench&eacute; avesse chiesto di adorarla soltanto, era pi&ugrave; stanco ancora di essere accolto in tal modo. <BR>- Senti, Margherita, - disse, - prima di rientrare, ho veduto l'avvocato Silio Boly. <BR>Margherita trem&ograve; nel sentire intero quel nome sulla bocca di Antonio, poi s'irrigid&igrave;. Ah, dunque, Silio non era sulle montagne? Il fuoco?... <BR>Intanto Antonio guard&ograve; su e gi&ugrave; per la finestra, di fuori, di dentro i vetri, sul tavolino, sui giornali, e i suoi occhi si fissarono ostinatamente sulla mano di Margherita, che si tuffava sempre pi&ugrave; nell'acqua, poggiando la palma sul fondo rosso del piatto, tutta bianca e lucente. <BR>Lui invece si ficc&ograve; la mano destra nella tasca della giacca, e disse, pacatamente: <BR>- &Egrave; qui che usi scrivergli, qui? <BR>- Oh, Dio mio, Dio mio! - esclam&ograve; Margherita, indovinando in un lampo tutta la terribile verit&agrave;. <BR>Antonio cav&ograve; di saccoccia un fascio di lettere, e le mise sul tavolino. Disse, con profonda amarezza: <BR>- Ma io non le legger&ograve;. Distruggile, Margherita, e non pensare pi&ugrave; a costui, che &egrave; proprio indegno di te. Non credere che io abbia commesso una vilt&agrave;, accettandole. Io non avevo che l'intenzione di restituirle a te, ma aspettavo almeno a domani. Ci saranno poi tutte? <BR>Si mise a contarle, e la mano gli tremava visibilmente, ma procurava di sorridere, e diceva, contando: <BR>- Tre, sei...; guarda come mi tremano le mani; sembro un fanciullo; eppure, come &egrave; vero Dio, mi tremavan di pi&ugrave; mentr'egli me le dava...; dodici, tredici, quindici...; avrei voluto dargli mezza dozzina di schiaffi, ma ho evitato lo scandalo per te...; diciotto, venti...; perdonami, Margherita, se io parlo cos&igrave; di lui; ma &egrave; tanto vigliacco, ed io l'odio... oh, se tu sapessi come l'odio! Sono ventitr&eacute;... &egrave; cos&igrave;... son ventitr&eacute;?... <BR>E siccome Margherita taceva, Antonio, curvo un pochino sul tavolo, alz&ograve; gli occhi, e la guard&ograve; a lungo, silenziosamente. <BR>Ella, pallida come la morte, piangeva, e le lagrime cadevano sino all'acqua, sino al piccolo mare, ove Boly s'era affogato per sempre. <BR>Ma, indovinando la causa di quelle lacrime, Antonio non ne prov&ograve; alcuna piet&agrave;, anzi sent&igrave; un fiero dispetto, e, ricordando come e quanto aveva anch'egli sofferto, ebbe il triste pensiero di andarsene, lasciando Margherita sola, con la sua tremenda delusione. E glielo disse: <BR>- Ora, Margherita, se tu hai da comandarmi qualche cosa, io partir&ograve; domani all'alba... Scusa tutti i fastidi che ti ho dato, scusa, Margherita, scusa... <BR>Egli non sapeva dir altro, e guardava sempre, con l'ostinazione di uno stolto, la mano della fanciulla, che diventava leggermente livida entro l'acqua ghiacciata, nella quale galleggiavano ancora cinque o sei granelli d'orzo. <BR>Alla fine, siccome Margherita non si decideva a parlare, Antonio stese il braccio, e pigliandole il polso, le estrasse la mano dall'acqua, dicendo: <BR>- Non senti il freddo? Che gusto da bambina che sei! Non &egrave; vero che sei una bambina? <BR>E la sua voce divent&ograve; tutta una carezza, mentre col fazzoletto bianchissimo asciugava dolcemente la piccola mano bagnata. <BR>- Come &egrave; fredda questa piccola mano - disse, sorridendo e vezzeggiando. - Vuoi che la riscaldiamo, vuoi? Vieni con me. <BR>La prese per mano; con l'altra mano afferr&ograve; le lettere, e, avvicinatosi al caminetto, le gett&ograve; nel fuoco. <BR>Margherita ricord&ograve; i fuochi della montagna, nella famosa sera d'agosto, e singhiozz&ograve;, mentre Antonio diceva: <BR>- Che almeno tutte le tue pene siano finite... Ma dunque vuoi ch'io parta? - aggiunse dopo un momento, portandosi la mano ancor fredda di lei alla spalla, con intenso desiderio d'essere abbracciato, e mormor&ograve; poi, piano, supplichevole: <BR>- Margherita mia!... <BR>- Resta! - diss'ella con le labbra tremanti.</FONT></P> <P>&nbsp;</P></BLOCKQUOTE> <P align=center><FONT color=#740005> <HR width=50%> <BR></FONT> <P></P> <P align=center><A href="../indice.htm">indice</A> | <A href="1_013.htm">precedente</A> | <A href="1_015.htm">successiva</A></P></BLOCKQUOTE></BODY></HTML>
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