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Mario Marti
 Cultura e stile nei poeti giocosi del tempo di Dante

CULTURA E LETTERATURA DEI POETI REALISTICI

L'Italia ha conosciuto, apprezzato ed amato quella poesia. Salimbene non trascurava, nella sua opera, di trascrivere alcuni dei carmi più noti, con l'evidente intenzione di conservarli e di tramandarli; mastri e goliardi la facevano conoscere durante la loro residenza nei centri di cultura italiani; i nostri piú antichi giocosi ne ereditavano gli spiriti. E in costoro, come nei provenzali, nei francesi e negli spagnoli, c'è serietà letteraria, impegno culturale, vigile coscienza stilistica. Essi raccolgono consapevolmente la poetica medioevale nella loro preparazione retorica e scolastica. Ed insieme ai vecchi motivi antiuxorii, misogini ecc., attinti nella congeniale scelta dello stile mezzano e con la loro particolare esperienza di vita e di cultura, amano far propri i nuovi, la donna la taverna e il dado, la povertà, l'onnipotenza del denaro. Ereditano il gusto della frase forte, l'atteggiamento volutamente empio ed irriverente, lo spirito beffardo ed allegro. E verso l'allegria sono tese le forze di tutti i poeti giocosi, verso un mondo sensuoso e materiale, nella ricerca di motti arguti, di burle, di facezie anche assai ardite quando non grossolane; essi amano ciò ch'è originale, eccentrico, sgargiante; osservano argutamente uomini e cose che li circondano, e scivolano perciò nella caricatura e nella parodia, contenti d'aver saputo cogliere e sottolineare burlescamente un particolare elemento fisico o un qualche atteggiamento interiore riguardante l'individuo, il costume, la letteratura. La loro poesia non è popolaresca, ma regolata da retorica secondo la tradizione scolastica dello stile mezzano e infimo, e perciò. è il risultato della stessa problematica stilistica della poesia di stile alto, in concorrenza, in antitesi, talvolta in convivenza con questa, come convivevano i diversi stili nell'ambito delle Artes. Il «comico» ed il « tragico » rispondono ad esigenze diverse dello spirito e letterariamente sono ugualmente nobili e degni di studio. E dunque, l'una e l'altra poesia, la « comica » e la « tragica », possono essere assunte a documento biografico solo nel senso di un fondamentale e congeniale avvio. Una serietà umana è indubbiamente anche nei poeti giocosi, nella cosciente responsabilità della loro scelta letteraria, che e insieme la scelta di una visione del mondo; nel loro desiderio di penetrare taluni aspetti della vita per poter immaginosamente metterli in rilievo; nella volontà di inserirsi in una suggestiva tradizione. E tutto ciò riscatta, non solo letterariamente, ma anche moralmente ogni loro apparentemente empio e blasfematorio atteggiamento. Nell'ambito della loro educazione scolastica dov'esser valutato il loro lessico plebeo, realistico, ardito, vario; le loro immagini sempre tratte dalla vita d'ogni giorno; la loro predilezione per i proverbi e per l'andamento sentenzioso e gnomico; nel panorama di una culturale medietas, che essi sentono unitaria e comune a tutta l'Europa romanza, la loro res poetica; alla luce del loro atteggiamento spirituale e letterario la loro insofferenza verso ciò che è astratto, trascendente, metafisico ed il loro amore al concreto, al terreno, all'individuale. I giocosi avvertono il peso e soffrono la suggestione di tutto un passato : vi si conformano ed insieme reagiscono, ciascuno secondo i propri modi e secondo le proprie interiori ricchezze e possibilità. Di qui la loro individua personalità e talvolta anche la loro poesia. E per non cedere a valutazioni di tipo romantico, attribuendo agli antichi la nostra anima e problemi affatto moderni; insomma, per fare vera opera di storico nell'illuminare come veramente siano andate le cose, sarà necessario ricordare sempre che, se l'amor cortese è un'idealizzazione letteraria, non lo è meno l'amor profano, e che l'importanza di Rustico e di Cecco sta soprattutto nell'aver donato ad una nascente letteratura i toni giocosi, adattando al lessico, alla sintassi, allo stile della nuova lingua letteraria la preparazione che a loro derivava appunto dalla cultura, dalla tradizione, dalla scuola.

© Belpaese2000С.В.Логиш 09.10.2005

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