Il
sentiero
Il
sentiero
Dolce mio bene, dov’eri?
Ho chiamato per tutt’i
sentieri
e portavo una ghirlandella
per te, mia triste sorella;
ma tu non c’eri, ma tu non
venivi.
E i fiori si facean men
vivi.
E taluno cadeva per via
a morirsene di nostalgia,
in fin che le mie mani pure
non strinsero che rame
oscure.
Oh, dolce mio bene, dov’eri?
Ho chiamato per tutt’i
sentieri,
ho battuto a tutte le
porte...
ma dov’eri tu, dunque,
sperduto?
— Oh? ma se non sei venuto
pe’ ’l sentiero della morte!
La
morte di Tantalo
La
morte di Tantalo
Noi sedemmo sull’orlo
della fontana nella vigna
d’oro.
Sedemmo lacrimosi in
silenzio.
Le palpebre della mia dolce
amica
si gonfiavano dietro le
lagrime
come due vele
dietro una leggera brezza
marina.
Il nostro dolore non era
dolore d’amore
né dolore di nostalgia
né dolore carnale.
Noi morivamo tutti i giorni
cercando una causa divina
il mio dolce bene ed io.
Ma quel giorno già vanìa
e la causa della nostra
morte
non era stata rinvenuta.
E calò la sera su la vigna
d’oro
e tanto essa era oscura
che alle nostre anime
apparve
una nevicata di stelle.
Assaporammo tutta la notte
i meravigliosi grappoli.
Bevemmo l’acqua d’oro,
e l’alba ci trovò seduti
sull’orlo della fontana
nella vigna non più d’oro.
O dolce mio amore,
confessa al viandante
che non abbiamo saputo
morire
negandoci il frutto saporoso
e l’acqua d’oro, come la
luna.
E aggiungi che non morremo
più
e che andremo per la vita
errando per sempre.