Scritto nel 1951, “Valentino” è un
romanzo breve, dallo stile leggero nonostante i molti colpi di
scena, anche tragici, ruotanti intorno al protagonista, esteta
squattrinato e privo di volontà che delude le aspirazioni paterne a
farne un medico e trova la fortuna grazie ad un matrimonio di
interesse con la ricca quanto brutta Maddalena. La narrazione è
affidata alla sorella Caterina, vittima anch’essa della meschinità
del fratello, dedito all’ozio, concentrato esclusivamente sulla
propria bellezza ed eleganza e attratto dal cugino della moglie,
Kit, giovane parassita come lui. A Caterina toccherà seguire
Valentino nella grande villa, invitata dalla cognata alla disperata
ricerca di affetto ed armonia, straziata dall’amore per il marito
che non la corrisponde. La giovane, succube del fratello, si legherà
a Kit al punto d’essere pronta a sposarlo; ma il ragazzo, innamorato
di Valentino, sconvolto, finirà per non farcela, cedendo al
suicidio. Scoperta la vera natura del marito, Maddalena, ora madre
di due bambini, lo allontanerà, ma nemmeno il gesto estremo della
conosrte porterà Valentino alla riflessione. Forte della devozione
della sorella, il protagonista continuerà a bearsi dei propri ricci
ben pettinati davanti allo specchio, unica certezza nella propria
vita fatta d’egoismo, senza sogni e dunque senza delusioni.
Pubblicato nel 1964 nella raccolta “Cinque romanzi brevi e altri
racconti”, “Valentino” si distingue per la padronanza che la
narratrice mostra nella costruzione della storia e del racconto: è
l’opera di una Ginzburg consapevole, sapiente e curiosa nel
ricostruire ambienti e psicologie della Torino dell’epoca.