Giovanni Boccaccio
La Caccia di Diana
e-text a
cura del Bolero di Ravel
www.ilbolerodiravel.org
luglio
2002
Edizione
di riferimento:
Giovanni Boccaccio: Caccia di Diana, a cura di Vittore Branca, in Tutte
le opere,
a cura di Vittore Branca, vol. I, Mondadori, Milano 1967
CANTO I
ааа Nel tempo adorno che l'erbette nove
rivestono
ogni prato e l'aere chiaro ride
per la
dolcezza che 'l ciel move,
ааа sol pensando mi stava che riparo
potessi
fare ai colpi che forandoаааааааааааааааааааааааа 5
mi gian
d'amor il cuor con duolo amaro;
ааа quando mi parve udir venir chiamando
un spirito
gentil volando forte:
лDonne
leggiadre╗, in voce alta gridando,
ааа лvenite omai, venite alla gran corteаааааааааааааааа 10
dell'alta
iddea Diana, che elette
v'ha in
Partenopè per sue consorte╗.
ааа E poi ch'egli ebbe tre fiate dette
queste
parole, sanza più voltare,
a una a
una chiamandole ristette.аааааааааааааааааааааа 15
ааа E, se non m'ingannò 'l vero ascoltare
che far mi
parve, Zizzola Barrile
la prima
fu ch'io gli senti' chiamare;
ааа poi Ciancia l'altra, nobile e gentile,
Cecca
Bozzuta e poi Principessellaаааааааааааааааааааааа 20
Caracciola
e Letizia Moromile,
ааа de' Gattoli Berarda con Linella,
Beritola
Carafa, e 'n compagnia
degli
Scrignar Mignana ed Isabella,
ааа e Isolda di Giaquinto e Luciaаааааааааааааааааааааааааа 25
Porria e
Berita e Caterina
de'
Brancazzi e de' Melii Maria.
ааа E seguitò Caterina Pipina
e Sobilia
Capece; e chiamò Fiore
Curial
bella, di colei vicina,аааааааааааааааааааааааааааааааа 30
ааа Verdella di Berardo e Biancifiore
de'
Caffettini e Ceccola Mazzone
ed
Alessandra d'Anna con valore.
ааа Caterina di Iacopo Roncione
chiamò,
e Caterina Caradente;аааааааааааааааааааааааааа 35
poi la
Crespana seguì nel sermone
ааа e di Bolin Caterina piacente
e Caterina
di Serpando, e poi
Caterina
Fellapan similmente.
ааа Giovannola de' Coppoli ampoiааааааааааааааааааааааааа 40
si
chiamò e la Lucciola dop'essa,
e Fiore
Canovara ne' dir suoi
ааа chiamò appresso, e oltre con lor
messa
de'
Gambatelli Vannella fu ancora,
come
intesi nella voce espressa.аааааааааааааааааааааааа 45
ааа Ma quella donna cui Amore onora
più
ch'altra per la sua somma virtute,
che tutte
l'altre accresce e rinvigora,
ааа fu l'ultima chiamata, e per salute
dell'altre,
quasi com'una guardiana,ааааааааааааааааааааа 50
avanti gio
per guidarle tute:
ааа e 'n compagnia del messo di Diana,
che
più non ne chiamò (né nomò lei,
perché
a suo nome laude più sovrana
ааа si converria, che dir qui non potrei),ааааааааааааааа 55
sen
gì in parte ov'io le seguitai
con l'altre
insieme, infin ch'io discernei
ааа ciò ch'elle fer, come appresso
udirai.
CANTO II
ааа In una valle non molto spaziosa,
di quattro
montagnette circuita,
di verdi
erbette e di fiori copiosa
ааа nel mezzo della qual così fiorita,
una
fontana chiara, bella e grande,аааааааааааааааааааа 5
abbondevole
d'acqua, v'era sita,
ааа e l'acqua che superflua si spande
un rivo fa
che tutte l'erbe bagna,
poi n'esce
fuor da una delle bande:
ааа d'albori è piena ciascuna montagna,аааааааааааааааа 10
di frondi
folti sì ch'a pena il sole
tra essi
può passar nella campagna:
ааа diversi uccelli cantan lor carole
sopr'essi,
e quivi un'aura sottile
move le
frondi, come mover sole
ааа nel tempo estivo zefiro gentile,аааааааааааааааааааааа 15
quando il
calor diurno più non sale,
ma quando
fa, calato, l'aere umile:
ааа caprii, lupi ed ogni altro animale,
orsi e
leon si trovano in quel loco,аааааааааааааааааааааа 20
e
qualunque altro che più o men vale:
ааа quivi Diana, che 'l tiepido foco
ne' casti
petti tien, ricolse quelle
che
invitate furono al suo gioco.
ааа Poi comandò che esse entrasser nelleааааааааааааа 25
chiarissime
onde e de' freschi liquori
lavando
sé si rifacesser belle.
ааа E poi, come a lei piacque, uscite fori
si
rivestir di purpurea veste,
inghirlandate
d'uliv'e di fiori.аааааааааааааааааааааааааааааа 30
ааа Diana quattro parti fé di queste,
ed alla
bella donna disse: лAndrai
sopra 'l
monte a meriggio con coteste,
ааа e tu, Isabella, al ponente sarai,
e Fiore a
tramontana; ed alla cacciaааааааааааааааааааа 35
ciascuna
pensi di valere assai╗.
ааа E, dati i cani e forti reti d'accia,
girfalchi,
astori ed archi con saette
e spiedi
aguti che' cinghiari impaccia,
ааа quelle che ella avea per sé eletteааааааааааааааааааа 40
(cioè
Cecca Bozzuta e Caterina
Fellapane,
con le qua' poi seguette
ааа insieme Biancifiore Caffettina,
la
Crespana e Catrina Caradente
e quella
di Serpando e la Pipina,ааааааааааааааааааааааааа 45
ааа e Marella Melia similemente)
sopra 'l
più picciol monte se n'andaro,
ch'era
disteso verso l'oriente.
ааа Quivi la caccia prime incominciaro
le quattro
sopra 'l monte, e l'altre al bassoааааааааааа 50
avevan
fatto con reti riparo
ааа acciò che nulla fiera ad alcun passo
lor
potesse fuggir sanza esser presa
o ferita
da' ferri del turcasso.
ааа Poi passar dentro, e ciascheduna intesaаааааааааа 55
andava per
la selva riguardando
per
l'altrui danno e per la lor difesa,
ааа sì, come segue, con senno cacciando.
CANTO III
ааа Aveva Diana nella man sinestra
un arco
forte, noderoso e grosso,
tal che
daria fatica ad ogni destra,
ааа e nel cacume del monte rimosso
gia con
Cecca Bozzuta, che portavaааааааааааааааааааа 5
la sua
faretra piena dietro al dosso.
ааа E dietro ad un macchion s'ascose, e stava,
fin
ch'ella vide un capriol venire,
che un
can, che lasciò Cecca, cacciava.
ааа L'aprir l'aspro arco e 'l cavriuol ferireааааааааааааааа 10
in un
momento fu, ond'e' si fisse,
e quivi
cadde e non poté fuggire.
ааа Diana volta a Cecca allora disse:
лQuando
discenderemo il prenderai,
e siesi
tuo╗; e Cecca nol disdisse.аааааааааааааааааааааа 15
ааа Ma alla Pipina, disiosa assai
con la
Crespana: лA prender delle fiere╗,
disse, лda
questa parte te n'andrai╗,
ааа (e a sinistra le mostrò un sentiere)
лed io
terrò di qua, e, quando senteааааааааааааааааааа 20
fremir le
frasche, lascia il tuo levriere╗.
ааа Così divise andavan pedetente,
ogni
cespuglio con l'occhio cercando,
co' cani
appresso, al loro officio attente.
ааа Ma guar non erano ancor ite, quandoаааааааааааааа 25
due lepri
si levar correndo forte
non di
lunge da loro, al monte andando.
ааа Di queste fur le giovinette accorte,
e l'una
all'altra gridò: лLascia i tuoi!
non
possono scampar che non sien morte╗.ааааааааа 30
ааа лCiuffa!╗ gridando, ciascheduna i suoi
lasciò,
correndo dietro a' passi loro,
fin che
presa la preda stetter poi.
ааа A picciol passo poi dopo costoro
veniva
Caterina Caradente,ааааааааааааааааааааааааааааааа 35
guardando
un porco, che' can di coloro
ааа avean levato, e sé tacitamente
dietro ad
un alber pose, e ver di lui
uno spiedo
drizzò lungo e tagliente.
ааа Di squama pien, furioso costuiааааааааааааааааааааааа 40
venia, da'
can d'ogni parte addentato
ed
infiammato di nuocere altrui;
ааа e nello spiedo a lui innanzi parato
ferì
con rabbia sì che vi rimase
da una
parte in altra trapassato.аааааааааааааааааааааааа 45
ааа Biancifior Caffettina, che ispase
avea le
reti insieme con Catella
a
piè del monte, fieramente invase
ааа tre gran cerbi cornuti, che in ella
incappati
eran dalli can cacciati,аааааааааааааааааааааааа 50
e con loro
a pigliarli fu Marella
ааа de' Melii; e poi che fur pigliati,
voltate a
di Serpando Caterina,
che
'ntorno al monte co' cani affannati
ааа era gita di 'nfin dalla mattinaааааааааааааааааааааааааа 55
sanza aver
presa fiera e nella valle
che tra
l'un monte e l'altro si declina,
ааа seguiro un lupo, e nelle dure spalle
Caterina
gittò col suo forte arco
una saetta
che impedì il suo calle;аааааааааааааааааааааа 60
ааа e questo preso ritornaro al varco.
CANTO IV
ааа La bella donna, il cui nome si tace,
con
un'aquila in man prese la via
su per lo
monte ch'al mezzodì giace.
ааа Zizzola e Ciancia menò in compagnia,
e dopo
queste la Principessella;ааааааааааааааааааааааааа 5
Beritola
Carafa le seguia
ааа e Berita Brancazzi gia con ella,
e Sobilia
Capece con Berarda
e Caterina
a Berita sorella.
ааа Ciascuna presta, gioconda e gagliarda,аааааааааааа 10
cantando
andavan di dietro a colei
che nel
viso d'amor sempre par ch'arda.
ааа Non fu salita molto alto costei,
ch'a
sé lontano vide uno animale
fiero ed
ardito e presto sopra i piei.аааааааааааааааааааа 15
ааа Acciò nuocer potesse né far
male,
sé e
le sue ritrasse in salvo loco
e l'aquila
lasciò, le cui fort'ale
ааа la trasportaron quasi infino al foco,
e poi
rivolta in giù venia rotandoаааааааааааааааааааааааа 20
e
discendendo sé a poco a poco.
ааа Fra gli albori e le frondi folgorando
percosse
quella sì ferocemente,
che dal capo
alla coda laniando
ааа l'andò la pelle con l'unghion
tagliente,ааааааааааааа 25
e risalita
ancor la riferio
un'altra
volta vie più fieramente.
ааа La variata lonza, che sentio
i fieri
colpi, in terra si distese
e quivi
dibattendosi morio.аааааааааааааааааааааааааааааааа 30
ааа La bella donna il forte uccel riprese
ed alla
lonza trasse il caldo cuore
e l'aquila
pascé; e poi discese
ааа del monticel, faccendo un gran romore
Zizzola e
Ciancia, e dicean: лPiglia, piglia!╗аааааааааа 35
dietro ad
un bianco cervio, che di fore
ааа d'un cespuglio fuggiva a maraviglia
per molti
can che dietro si sentia,
de' qua'
ciascuno a prenderlo si spiglia.
ааа Ma Ciancia, che conobbe la sua via,ааааааааааааааа 40
traversò
il monte e riuscigli appresso
sopra uno
balzo ove 'l monte finia;
ааа e poi ch'ell'ebbe all'arco lo stral messo,
ch'ella
portava in mano, apersel forte
e lui
ferì in quello punto stesso.ааааааааааааааааааааааааа 45
ааа Quivi, vermiglio ritornato, a morte
ferito si
sentì, né più potero
portarlo
avanti le sue gambe accorte.
ааа Zizzola si tornò per lo sentiero
e
richiamando i can sonava un corno,ааааааааааааааааа 50
fin che di
loro il numero ebbe intero.
ааа Così andando e mirandosi intorno,
due volpi
vide e ciascuna fuggendo
andava a
fare a sua cava ritorno.
ааа Tanto le gio Zizzola seguendo,ааааааааааааааааааааааа 55
che prese
quelle e ver la donna onesta
se ne
tornò, di questo in sé ridendo;
ааа e quella ancor di ciò si fece festa.
CANTO V
ааа Beritola Carafa infra la folta
e
dilettevol selva con un arco
s'andava,
pian dicendo лAscolta, ascolta!╗
ааа a Sobilia Capece, лché al varco
mi par le
frasche dimenar sentireаааааааааааааааааааааааа 5
e a' cani
far grandissimo rammarco.
ааа Voltianci là; ché, se nel mio
udire
non prendo
inganno, alcuna bestia fia,
che di
leggiere la potren ferire╗.
ааа Non disser più; ma, subito la viaааааааааааааааааааааа 10
presa,
pervenner là dove 'l rumore
avean
sentito ciascheduna pria.
ааа Quivi trovaro pieni di furore
due orsi
grandi e negli occhi focosi,
tal che
ciascuna n'ebbe allor tremore.ааааааааааааааааа 15
ааа Ma Beritola pria rassicurossi,
e,
amettendo i can, della faretra
trasse
saette e alquanto allungossi
ааа e l'un ferì; ma quanto in una petra
v'entrò
il ferro, ed ella l'altra trasse,ааааааааааааааааааа 20
ma quella
come l'altra ancor s'arretra.
ааа Parve ch'allor Beritola sdegnasse
insieme
con Sobilia, e adirorsi
non
potendoli avere, ed eran lasse.
ааа Le cocche de' loro archi in man voltorsiааааааааааа 25
e d'ira
accese più s'assicuraro
e
più si fer vicine all'un degli orsi,
ааа e 'n sulla testa sì forte i donaro,
che cadde
semivivo; e l'altro poi
con
più vigore i lor cani addentaro.ааааааааааааааааааааа 30
ааа Ciascuna con romore atava i suoi,
fin che 'l
secondo, da' cani abbattuto,
presero, e
se n'andar con ambeduoi.
ааа Principessella, quantunque era suto
del
giorno, tanto con reti e con arteааааааааааааааааааа 35
aveva un
leoncel prender voluto;
ааа ma non l'avea potuto ancora in parte
col senno
suo recar, sì che si fosse
punto
incappato nelle reti sparte.
ааа Sottile avviso subito la mosseаааааааааааааааааааааааа 40
e prese un
cavriol dall'altre preso:
morto 'l
gittò nelle 'nretite fosse.
ааа Vide quel cavriol morto disteso
il
leoncello nella fossa stare;
corsevi
allor, da fame forse offeso,ааааааааааааааааааааа 45
ааа e cominciò del caprio a mangiare;
ma quella
accorta tirò sì le reti,
che quivi
preso li convenne stare.
ааа Non li giovò perché in que'
pareti
mugghiasse
forte; ché 'ngegnosamenteааааааааааааааа 50
ella il
legò con sembianti lieti.
ааа Alla donna gentil ne fé presente,
dicendo:
лTe', più ch'altra valorosa!╗;
e quella
il prese graziosamente.
ааа Ma Berarda avea fatta nuova cosa,аааааааааааааааа 55
ché
con suoi bracchi ben sei spinosi
aveva
presi, e 'n grembo, paurosa
ааа non la pungesser, li portava chiusi.
CANTO VI
ааа Caterina Brancazza e la sorella,
quasi nel
luogo del monte più alto
giva
ciascuna baldanzosa e snella,
ааа e due tigre leggere, che di salto
forte
fuggivan, salendo trovaro,ааааааааааааааааааааааааа 5
alle quali
esse e i can dieron l'assalto.
ааа Per lungo spazio queste seguitaro
ma alla
fin le presero i can loro,
perché
in tese reti elle incapparo.
ааа Gioconde si tornaron poi costoro,ааааааааааааааааааа 10
liete di
preda tanto nominata
qual
quella fu che fu presa da loro.
ааа Isabella Scrignara e sua brigata
(con la
qual giva Ceccola Mazzone
con la
Mignana insieme accompagnata,ааааааааааааааа 15
ааа Isolda ancor di Giaquinto vi fune,
Vannella
Gambatella e Caterina
figlia di
notar Iacopo Roncione,
ааа e con loro Alessandra) s'avvicina,
e simil fa
Linella, verso il monteаааааааааааааааааааааааааа 20
ch'all'occidente
i suoi vallon declina.
ааа Ceccola prima con ardita fronte
prese il
cammin, né ristette giammai
fin che su
la portar le gambe pronte.
ааа Ed eravi già istata suso assai,ааааааааааааааааааааааа 25
chiamando
le compagne e rimirando
s'alcuna
fiera fosse fra que' mai,
ааа e un fiero cinghiar, che riposando
si stava,
in una macchia vide fitto,
forse
cacciato, inverso lei guardando.ааааааааааааааааа 30
ааа Andonne questa a lui tutto diritto,
e 'n sulla
testa il ferì d'una scure
sì
forte che morì sanza respitto.
ааа Mignana ed Isabella nelle dure
piagge
avean tese reti e gian dintornoаааааааааааааааа 35
frugando
con baston le grotte oscure.
ааа Con esse era Vannella; ed in quel giorno
preser
conigli assai e lepri grosse,
e 'ndietro
si tornar sonando un corno.
ааа Ma Isolda di Giaquinto percosseааааааааааааааааааааа 40
sì
forte un lupo da due can tenuto
con un
baston, che mai più non si mosse.
ааа Ma dopo, sé rivolta, ebbe veduto
un altro
con due figli; onde a gridare
incominciò:
лCompagne, aiuto, aiuto!╗.ааааааааааааааа 45
ааа Linella corse là, sanza più
stare,
con due
gran cani e con un arco in mano,
e
Alessandra ancor vi volle andare.
ааа Aperse l'arco quella e non invano:
ché
l'un de' tre ferì sicché rimase,аааааааааааааааааааааа 50
e' cani
assalir l'altro a mano a mano.
ааа Fuggissi il terzo, e Alessandra invase
con uno
spiedo in man quel che tenieno
i can
feroci per l'orecchie rase,
ааа e quasi morto già fra lor l'avieno;ааааааааааааааааааа 55
questa il
condusse a fine, e, preso lui,
con le
compagne insieme sen venieno
ааа per pigliar posa degli affanni sui.
CANTO VII
ааа Fior Curial guidava altra compagna,
delle qua'
parte il monticel saliro
e parte ne
rimase alla campagna.
ааа Quelle che lei, sagliendo, seguiro
fur
queste: pria Letizia Moromileааааааааааааааааааааааааа 5
e Lucia
Porria fu, e con disiro
ааа Fior Canovara di dietro seguile;
ed il
primo animal ch'elle scontraro
un
leocorno fu, non miga vile.
ааа I cani arditamente il seguitaroааааааааааааааааааааааа 10
guardando
sé dal suo aguto corno,
al cui
ferir non aveva riparo.
ааа Più volte s'aggirò il monte
intorno:
né
saetta né correr ci valea
che
prender si potesse l'unicorno.
ааа Fior Curiale, che d'ira dentro ardea,аааааааааааааааа 15
l'altra
Fior prese e vestilla di bianco,
e disse:
лFa che tu in sul monte stea
ааа sanza paura, e con aspetto franco
con questa
fune lega l'animale,аааааааааааааааааааааааааа 20
che
verrà a te quando sarà istanco.
ааа Né dubitar di lui, ché non fa
male
per tempo
alcuno ad alcuna pulcella,
ma stassi
con lei, tanto gli ne cale╗.
ааа Salivvi Fior, sì come disse quella,аааааааааааааааааааа 25
e, per
ispazio lungo lui cacciato,
quivi
aspettò tanto che venne ad ella.
ааа Temette quella prima, fin ch'allato
colcar sel
vide, e poi rassicurossi
e tosto
con la fune ebbel legato.ааааааааааааааааааааааа 30
ааа Fior Curiale allora rallegrossi
veggendol
preso, e l'altre insiememente;
e' passi
loro in altra parte mossi,
ааа cominciaro a seguir velocemente
due cerbi
grandi, i quali, avviluppatiаааааааааааааааааааа 35
le corna
a' rami, preser tostamente.
ааа Né gli avean quasi i cani ancor
lasciati
che per la
selva si sentì un fracasso
di fieri
porci da altrui cacciati.
ааа Rami e frondi rompeano nel trapasso,аааааааааааааа 40
forte
rugghiando, superbi e squamosi,
ansando
sì che ciascun parea lasso.
ааа A quel romore Letizia voltossi
con uno
spiedo in mano e lasciò gire
la maggior
parte d'essi furiosi;ааааааааааааааааааааааааааа 45
ааа ma l'ultimo di questi, che venire
vide,
aspettò ad un alber fermata,
in parte
che 'n lo spiedo il fé ferire.
ааа Di dietro a questo forse una tirata
d'arco
venivan cani, ond'e' fu preso;ааааааааааааааааааа 50
e tosto
all'altre con el fu tornata.
ааа Verdella di Berardo, che asceso
non avea
'l monte, ma rimasa s'era
con sue
compagne al pian d'acqua difeso,
ааа con un falcone in mano alla rivieraаааааааааааааааааа 55
si stava,
e Caterina di Bolino
con un
girfalco; e con esso loro era
ааа la Lucciola, seguendo il lor cammino.
CANTO VIII
ааа Andando queste intorno al fiumicello
e
Giovannola Coppola con loro,
per far
levar malardo o altro uccello,
ааа del lito si levò sanza dimoro
una gran
gru e volando salioаааааааааааааааааааааааааааааа 5
tanto ch'a
pena la vedean costoro.
ааа Ma il girfalco tosto la seguio,
e
più presto di lei salito ad alto,
in
giù volando, forte la ferio.
ааа Né cadde però quella al verde
smalto,ааааааааааааа 10
ma,
ripigliato vol, più prestamente
si dipartia
per cessar l'altro assalto.
ааа Ma il fuggir non le giovò niente,
ché
la seconda volta fu ferita
ben
ch'ella sostenesse fortemente.ааааааааааааааааааааа 15
ааа E, pur ripreso il volo, fu salita
più
alta che non era assai in prima,
tanto
ch'agli occhi d'elle fu smarrita.
ааа Era 'l girfalco in parte più sublima
di quella
assai, e, riferita lei,аааааааааааааааааааааааааааааа 20
la pinse
in parte vie troppo più ima;
ааа poi ritornato ancor sopra costei,
in sul
groppone i forti artigli fisse
e
giù discese in piè con esso lei.
ааа Presa la preda, Caterina sfisseааааааааааааааааааааааа 25
i
sanguinosi unghioni, lui pascendo,
allegra in
sé delle passate risse.
ааа In questo mezzo Verdella, vedendo
levati
più malardi, lasciò gire
il suo
falcon, con l'occhio lui seguendo.ааааааааааааааа 30
ааа E' cominciò quanto poté a
fuggire,
poi
rivoltato in giù veloce venne
e un per
forza ne corse a ferire.
ааа Non gli rimase in sulla schiena penne
né
pelle che non fosse laniata;аааааааааааааааааааааааааа 35
e con gli
unghion fortemente il ritenne.
ааа Tirollo giù sanza far ritornata
in su per
più ferir, perché già morto
l'aveva
pur nella prima calata.
ааа Verdella corse là con atto accorto,ааааааааааааааааа 40
riprese
quello e recollosi in mano;
e a
cintola il malardo s'ha attorto.
ааа La Lucciola e Giovannola nel piano,
sopr'un
braccio del chiaro ruscelletto,
tese avean
reti, e non miga in pantano.аааааааааааааа 45
ааа E ciascheduna in mano un bastonetto
portava,
l'acque dintorno frugando,
talor
toccando di quel fiume il letto,
ааа e con voci alte talora gridando,
con
diversi atti, acciò ch'uscisser fuoriаааааааааааааааа 50
gli uccei
ch'ascosi gian per l'acqua andando.
ааа Un marangon, che prima a' lor romori
uscì
dell'acqua, nelle reti preso
fu,
ch'elle tese avean tra l'acque e' fiori.
ааа Un paolino ancora vi fu offeso;аааааааааааааааааааааа 55
malardi ed
altri uccelli, i qua' contare
lungo
sarebbe in ordine testeso,
ааа vi preser, sì con senno sepper fare.
CANTO IX
ааа Mentre con gli occhi fra le verdi fronde
mirando
giva la caccia, che 'n esse
talor si
mostra e talor si nasconde,
ааа convenne che altrove mi volgesse
per nuovo
suon ch'agli orecchi mi venne,ааааааааааааа 5
che lo
'ntelletto a sé tutto riflesse;
ааа né 'l mio veloce sguardo si ritenne
fin ch'a
quel loco, dond'erano entrate
le prime
donne, subito pervenne.
ааа E quivi vidi con difficultate,ааааааааааааааааааааааааааа 10
per lo
spazio lontan, gran gente entrare
dentro dal
pian dell'erbette bagnate.
ааа E 'l suon de' corni e de' can l'abbaiare
e 'l romor
loro facean quella valle
tutta
mirabilmente risonare.аааааааааааааааааааааааааааааа 15
ааа Io mi ristrinsi tutto nelle spalle,
credendo
nel pensier ched altra gente,
forse
malvagia, fosse per quel calle.
ааа Ma poi che l'occhio più agutamente
ficcai fra
loro, conobbi che eraаааааааааааааааааааааааааа 20
di donne
compagnia bella e piacente.
ааа E come a me quell'amorosa schiera
si fisse
appresso, ch'io potea vedere
apertamente
ciascuna chi era,
ааа tututte le conobbi al mio parere,аааааааааааааааааааа 25
e
'mmaginai che poi chiamate foro
che
l'altre, che cacciavano a potere.
ааа Venute allato alla fonte, costoro
stavan
sospese al cacciare, ascoltando;
ma
così cominciò una di loro:ааааааааааааааааааааааааааааа 30
ааа лChi va per questi monti ora cacciando?╗.
La
Lucciola rispuose, ch'era presso,
sopra la
chiara riva, al suo dimando.
ааа Come ella questo udio, disse: лAdesso
dubitavam
noi forte che nel locoаааааааааааааааааааааааа 35
altri non
fosse, come suole spesso
ааа addivenire╗, e sé ritrasse un poco
da parte;
Cecca e Zizzola Fagiana,
belle nel
viso d'amoroso foco,
ааа chiamò, ancora Vannella Bolcana,ааааааааааааааааааа 40
Larella
Caracciola e Serella
Brancazza,
nello aspetto umile e piana.
ааа E questa che chiamava fu Marella
Caracciola,
e con loro al parer mio
vi fu
ancora d'Arco Peronella.аааааааааааааааааааааааааааа 45
ааа Disse Marella allora: лIl mio disio
è
di cacciar fra questi luoghi stretti╗;
a cui
ciascuna disse: лSì voglio io!╗.
ааа E 'nver levante per le belle erbette
preser la
via, guernite a quella guisaааааааааааааааааааа 50
che fa
mestieri a sì fatti diletti.
ааа Fatta dall'altre dovuta divisa,
gì,
ed io torsi l'occhio e lascial'ire
a veder
che dall'altre si divisa.
ааа E vidi là cominciare a salireааааааааааааааааааааааааааа 55
al
mezzodì lacopa Aldimaresca,
e a cinque
altre la vidi seguire,
ааа ciascuna inghirlandata d'erba fresca.
CANTO X
ааа Quella ch'avante all'altre la seguiva
mi par
ch'era Marella Passerella,
a cui
Gostanza Galeota giva
ааа di dietro e Mariella Piscicella;
Dalfina di
Barasso ancora v'era,ааааааааааааааааааааааааа 5
e dopo lei
de' Brancazzi Vannella,
ааа salendo per la nuova primavera.
Ma a quel
monte ch'è inver ponente
si
dirizzava più piacente schiera;
ааа ch'io vidi all'altre andar principalmenteааааааааааааа 10
Zizzola
Faccipecora, la quale
vidi seguir,
se ben mi torna a mente,
ааа ardita assai Tuccella Serisale,
e Biancola
Carafa dopo lei
con
Caterina, nello andare eguale.аааааааааааааааааааааа 15
ааа Veniva appresso di dietro a costei
Giacopella
Embriaca, e dell'Acerra
Tanzella
graziosa conoscei.
ааа Ma, se la mia memoria non erra,
Catrina
Sighinolfi alla campagnaааааааааааааааааааааааааа 20
si volse
rimaner, pigliando terra;
ааа a cui Covella d'Anna s'accompagna
e Mitola
Caracciola e Berita
Galeota e
Zizzola d'Alagna:
ааа Covella d'Arco ancor v'era, fornitaаааааааааааааааааа 25
di buono
uccel ciascuna, e se n'andaro
all'altre
che nel luogo avean partita.
ааа Marella e l'altre ardite incominciaro
la caccia
forte dietro ad un castoro,
che nel
vallon, dove giro, trovaro.аааааааааааааааааааааа 30
ааа Ma Vannella Bolcana fra costoro
più
presta fu con buon can seguitando,
per
ch'ella 'l prese prima di coloro.
ааа E mentre che l'andavan sì cercando,
Mariella
si fisse ed ascoltavaааааааааааааааааааааааааааааа 35
che fosse
ciò ch'ell'udiva mugghiando.
ааа E quanto più nella foresta entrava
più
il mugghiar vicin li si faceva,
di ch'ella
forte si maravigliava.
ааа Né conoscer di lor nulla potevaаааааааааааааааааааааа 40
ciò
che là fosse; ma Serella disse
ch'uno
olifante udir le pareva
ааа giacere in terra: onde ciascuna fisse
il passo
dubitando, e dilivrarsi
per gire
ad esso, che che n'avvenisse.аааааааааааааааа 45
ааа E come alquanto ver quello appressarsi,
giacendo
in terra lo videro stare,
né
si poteva in modo alcun levarsi.
ааа Cessossi allor da loro il dubitare,
e
correndoli sopra con la scure
lance e
saette 'ncominciargli a dare.ааааааааааааааааааа 50
ааа Ucciso quel, ritornaron sicure,
ed a
Marella presentar la testa,
che lor
guida era nelle vie oscure.
ааа Quella ne fece mirabile festa,аааааааааааааааааааааааа 55
dicendo:
лI cacciator, ch'ebbero affanno
con loro
ingegni forse a prender questa,
ааа trovandola esser presa si dorranno╗.
CANTO XI
ааа Di frondi coronata, in mezzo cinta,
col corno
al collo e col turcasso allato,
di
bellezza piacevole dipinta,
ааа e con un arco insieme accompagnato
con due
saette, sen giva Marella,ааааааааааааааааааааааа 5
con gli
occhi ognor faccendo nuovo agguato;
ааа e 'n simil forma seguiva Serella,
quando
trovar le reti, onde già tratti
li cerbi
avien Biancifiore e Catella:
ааа le qua' prestar si fenno, e ne' burrattiааааааааааааа 10
di que'
luoghi più folti le spiegaro,
in guisa
ch'assa' tosto vi fur catti
ааа ben quattro cervi, i qua poi saettaro,
perché
non ne potean nessun pigliare;
e di quel
luogo seco glien portaro.аааааааааааааааааааааа 15
ааа Ma Peronella faceva un gridare
dietro a
due can ch'un capriol seguieno,
che tutto
il bosco facean risonare;
ааа e questo appena quelli giunto avieno,
che ella
sopraggiunse e lui ferio,аааааааааааааааааааааааа 20
da lui
cacciando li can che 'l tenieno.
ааа E Zizzola Fagiana, con disio,
con Cecca
insieme due n'avevan presi
e 'n collo
li recavano, quand'io
ааа forte gridare: лPiglia, piglia!╗ intesiааааааааааааааааа 25
di dietro
a me: per ch'io mi rivoltai
subito al
pian, dov'io vidi discesi
ааа tre gran cinghiar, de' quali io dubitai,
fiata fu,
ma più di venti cani
dietro lor
vidi, ond'io m'assicurai.аааааааааааааааааааааааа 30
ааа E dietro a questi, con piene le mani
di archi e
di saette, correr vidi
tre donne
preste con tre grandi alani,
ааа lasciando que' con altissimi gridi,
com'io
già dissi, e sopra que' giroааааааааааааааааааааааа 35
feroci
assai; né in prima m'avvidi,
ааа che Vannella Brancazza con disiro
vidi
discender sopra l'un, che vinto
era da'
cani e dal greve martiro.
ааа E quel, di sangue quasi tutto tinto,ааааааааааааааааа 40
se ne
tirò; ma poi vidi Dalfina
uccidere
'l secondo; e 'l terzo, avvinto
ааа da' can, Gostanza con fiera rapina
ferì
con uno spiedo sì feroce
che di
morte li fé sentir ruina.аааааааааааааааааааааааааааа 45
ааа Poi, richiamando i cani ad una voce,
tutti
raccolsero, addietro tornando
con loro
insieme, con romore atroce.
ааа Iacopa Aldimaresca, che cercando
con
Mariella Passerella andavaааааааааааааааааааааааааааа 50
per la
piacevol selva riguardando,
ааа com'ella ad una ripa trapassava,
a costa i
can si fermar di presente
ad una
buca, e ciascuno abbaiava.
ааа Quella guardava e non vedea niente;аааааааааааааа 55
li can
volea cacciar, ma ecco fore
di quella
uscia la coda d'un serpente,
ааа e dentro ritornossi al lor romore.
CANTO XII
ааа Marella Piscicella, che vicina
a costoro
era, udì il lor romore,
e con le
sue compagne ancor Dalfina.
ааа Corsero adunque tutte con furore
in quella
parte, e trovaron coloroааааааааааааааааааааааа 5
quasi
smarrite tutte del tremore.
ааа Allora s'accostò Dalfina a loro,
dicendo:
лChe vedeste, che non pare
che 'n
questa vita facciate dimoro?╗.
ааа Iacopa allora cominciò a parlare:аааааааааааааааааааа 10
лOmè,
che 'n questa buca è un serpente,
terribil
cosa pure a riguardare╗.
ааа Disse Dalfina: лNon dubbiar niente:
noi siam
qui con buon cani e ben armate:
ben lo
potremo uccider salvamente╗.аааааааааааааааааа 15
ааа Iacopa, le compagne assicurate,
allor
rispuose: лSed e' v'è in piacere,
alquanto
el mio consiglio seguitate╗.
ааа Disse Dalfina: лDì il tuo parere╗.
Iacopa
stette allora e pensò un poco,ааааааааааааааааа 20
e poi
rispose: лQuesto è l' mio volere:
ааа mettiamo in questa buca acceso foco;
la fiamma
e 'l fumo lui uccideranno
o 'l
cacceranno fuor di questo loco.
ааа Se forse fuor di qua uscir lo fanno,ааааааааааааааааа 25
le vostre
lance e le saette preste
con voi
abbiate, se non vogliam danno╗.
ааа A tal consiglio s'accordaron queste,
e ritirar
li cani e fiamme accese
misser nel luogo della fiera peste.ааааааааааааааааааааааа 30
ааа Sostenne quella alquanto queste offese;
poi, non potendo avanti sofferire,
fuori furioso si gittò palese.
ааа Ciascuna allora il cominciò a ferire,
e' cani l'addentar, de' quali assaiаааааааааааааааааааааааа 35
dintorno a sé co' denti fé morire.
ааа Ma non gli valse; ché gli ultimi guai
gli apparecchiava quella che seguita
era dall'altre, com'io avvisai.
ааа Con greve colpo gli levò la vitaаааааааааааааааааааааа 40
con una lancia Iacopa, e la testa
gli tagliò poi vigorosa e ardita.
ааа E mentre che di ciò facevan festa,
ben sei altri n'usciron piccioletti,
figliuoi di quel, con noiosa tempesta.ааааааааааааааааааа 45
ааа Con lieve affanno a morte fur costretti,
perché già el fumo gli avea consumati4
mentre da quel nel buco eran distretti.
ааа Così da queste tututti pigliati
li vidi e morti; ond'io ad altra cosaаааааааааааааааааааааа 50
rivoltai gli occhi già di quel saziati;
ааа e, al ponente, vidi valorosa
Zizzola Faccipecora andar suso,
leggiadra, bella, gaia e poderosa.
ааа Ma nel bel monte delle frondi chiusoаааааааааааааааа 55
non andò guar con li suo' can guardando,
ch'un leopardo, lieve oltre a nostro uso,
ааа l'apparve avanti, ver di lei andando.
CANTO XIII
ааа Ella non dubitò, ma l'arco aperse
e quel ne' fianchi feri sì profondo
che le sue forze tutte gli disperse,
ааа ed allo primo stral giunto il secondo,
che dandoli nel petto toccò il core,аааааааааааааааааааа 5
onde morì: e li can, cerchio tondo
ааа fatto gli avean, faccendo romore
li s'appressaro e preser, con costei
oltre correndo, mostrando valore.
ааа Ma Biancola Carafa innanzi a lei,аааааааааааааааааааа 10
coronata di fior (tant'è piacente
quanto alcun'altra che fosse con lei),
ааа giva correndo sì velocemente
dietro ad un daino ch'avanti li giva,
che parea che volasse veramente;ааааааааааааааааааааа 15
ааа e con lei insieme alcun can lo seguiva,
ma non perciò che giunger si potesse,
tanto era presto que' che si fuggiva.
ааа O che lui ramo o altro ritenesse,
non so; ma ella il giunse e lui ferioаааааааааааааааааааааа 20
d'un dardo nella gola, donde spesse
ааа guizzate diede e poi pur si morio
davanti a lei, che altro non parea
ch'ella attendesse con tutto 'l disio.
ааа Alto nel bosco al mio parer vedeaааааааааааааааааааа 25
due leggiadre e belle giovinette,
le qua' ciascuna assai ben conoscea,
ааа inghirlandate di due ghirlandette
di rose rosse, tanto relucenti
che a veder parean due fiammette,аааааааааааааааааааа 30
ааа vestite strette, sì belle e piacenti
che facean rider tututto quel loco,
dond'elle andavan con li passi lenti.
ааа Le quali, andando sì a poco a poco,
d'archi e di saette bene armate,аааааааааааааааааааааааа 35
fra sé cantando e faccendosi gioco,
ааа vider discender della stremitate
del monte una pantera; onde Cobella
Embriaca sonò molte fiate
ааа il corno, e 'l somigliante fé Tanzella,аааааааааааааааа 40
chiamando i cani, li qua', po' venuti
fur, si drizzaro ver la fiera snella.
ааа Covella corse avanti e con tre aguti
istrali ferì quella nella fronte,
e sì v'entrar, ch'a pena eran vedutiаааааааааааааааааааа 45
ааа fuor che le penne; laonde le pronte
gambe della pantera non potero
portarne lei, ma cadde a piè del monte.
ааа Diece can, credo, o più ve l'assagliero,
ed a Covella, che già là giunta era,ааааааааааааааааааааа 50
in terra morta e vinta la rendero.
ааа Ma a Tanzella più usata fiera
apparve avante, andando per atare
Iacopella nel loco dov'ell'era:
ааа ch'un piccol fosso volendo passareааааааааааааааааа 55
si attraversò un furioso toro,
rompendole la via nel suo andare;
ааа ond'ella fé per quel quivi dimoro.
CANTO XIV
ааа Salvossi questa alquanto in alto loco,
sonando un corno, raccogliendo i cani,
ch'erano avanti, qual molto e qual poco,
ааа impingendoli al toro con le mani:
лCiuffa!╗ gridava a piglial, buon Pezzuolo,аааааааааааа 5
piglial, Dragone, e piglial, Graffiacani!╗.
ааа E poi ch'adesso l'abbaiante stuolo
gli ebbe drizzato, quale per la coscia,
chi per l'orecchie li porgeva duolo;
ааа e da tutti la mortale angosciaаааааааааааааааааааааааа 10
cacciava a suo potere, or coll'un corno
ferendo l'uno ed or coll'altro poscia;
ааа e simile co' calci a sé dintorno
non ne lasciava nullo appressimare;
sì passò prima gran parte del giorno.ааааааааааааааааааа 15
ааа Tanzella non facea se non gridare
e spesso in fallo saette gittava,
non potendoli mai colpo donare.
ааа Tuccella Serisal, che quindi andava,
un dardo le prestò, e quella alloraааааааааааааааааааааааа 20
con tutta la sua forza li gittava.
ааа Nel mezzo de' duo corni, un poco fora,
li colse con tal forza che si fisse
e quivi si morì sanza dimora.
ааа Trasseli quella il core, e poscia disse:аааааааааааааа 25
лTuccella, andiamo ove ti piace omai,
ch'io me n'andrei contenta s'i' morisse╗.
ааа Disse Tuccella: лCerto ragion hai,
sì fatta pugna hai vinta╗; e preser via
al traverso del monte, e giro assaiаааааааааааааааааааааа 30
ааа pria che trovasser bestia, tuttavia
mirando ogni cespuglio; e, sì andando,
Caterina Carafa in compagnia
ааа preser con loro; e givan ragionando
del lor cacciare e de' loro accidenti,аааааааааааааааааааа 35
una parola poi l'altra tirando.
ааа Ma con le punte agute in sé battenti
videro a loro un istrice vicino,
che ruppe loro i lor ragionamenti;
ааа e, fermatasi quivi nel cammino,аааааааааааааааааааааа 40
Tuccella aperse l'arco e lui ferio,
e di quel colpo si morì il tapino.
ааа Caterina Carafa allor seguio
con li suo' cani un caprio, che fuggiva
quanto potea al monte con disio;ааааааааааааааааааааааа 45
ааа ma li can di Covella, che reddiva
al pian, trovaron quello, onde fu morto
da Caterina, che forte il seguiva.
ааа Prendeva al piano mirabil diporto
Catrina Sighinolfi sopra il litoаааааааааааааааааааааааааааааа 50
del fiumicello, il cui correre è corto.
ааа Ell'avea funi nel fondo pulito
del fiume poste con lacci ravvolte
per un'idra pigliar'da lei sentito;
ааа la quale, dando per lo fiume volte,аааааааааааааааааа 55
incappò in quella, onde costei ridendo
la tirò suso; e risersene molte
ааа con lei insieme, lo 'ngegno vedendo.
CANTO XV
ааа Covella d'Arco a piè del monte s'era
tra giunchi e canne con Berita ascosa,
Galeota, al lito di quella riviera.
ааа E ciascheuna con nota amorosa
sonava un'arpa graziosamente,аааааааааааааааааааааааааа 5
in voce che il suono è dilettosa.
ааа E mentre elle sonavan dolcemente,
due cigni bianchi si calar nel loco,
assai vicini a lor, tacitamente.
ааа Col capo ad alto giano a poco a pocoааааааааааааа 10
appressandosi al suon che piacea loro,
faccendo in atti di quel suono il gioco.
ааа Non s'appressaro a lor quasi costoro
ch'essi incapparo ne' tesi lacciuoli,
e dalle donne poi sanza dimoroаааааааааааааааааааааааааа 15
ааа pigliati furon, rimutando in duoli
i lor diletti; e altri a quel romore
se ne fuggiron con non lenti voli.
ааа Ma Mitola Caracciola un astore
portava in mano, ardito nello aspetto,ааааааааааааааааа 20
di più vol ch'altro e di maggior valore;
ааа e giva andando sopra il ruscelletto,
e Zizzola d'Alagna era con lei,
un naccaro sonando con diletto
ааа E mentre che sonando gia costei,ааааааааааааааааааа 25
usciron più malardi di quelle acque
forte fuggendo davanti da lei:
ааа per che lasciar l'astore allor le piacque,
il qual, montato, uno ne ferio,
sì che in sull'erba morendo si giacque;ааааааааааааааааа 30
ааа e senza tardar punto risalio:
mentre se ne scendeva giù calando
infino in terra con un altro gio.
ааа Mitola, andando dietro a quel gridando,
e Zizzola con lei, l'astor riprese,ааааааааааааааааааааааааа 35
co' due malardi al fiume ritornando.
ааа Covella d'Anna i suo' passi distese
di dietro ad uno struzzo, che fuggendo
gia per lo piano, temendo l'offese.
ааа Ma nol poteva tanto andar seguendoаааааааааааааа 40
ched e' più non fuggisse, e spesse volte
si rivoltava con l'ali battendo.
ааа Il molto correre e le frasche folte
avevano a Covella tutti i panni
quali stracciati e quali a sé ravvolte;аааааааааааааааааа 45
ааа ond'ella, piena e d'ira e d'affanni,
tututta ardeva nella faccia accesa,
di quello uccel desiderando i danni.
ааа Con più vigor, nuova forza ripresa,
seguitandol, si fé prestare un arco,аааааааааааааааааааа 50
fra sé dolente di cotale impresa;
ааа ma dopo molto andare ad un gran varco
il colse e saettollo, e quegli allora
quivi morì con dolente rammarco.
ааа Covella il prese sanza più dimora,ааааааааааааааааааа 55
e tirollosi dietro infino al piano,
riferendol da capo ad ora ad ora,
ааа istroncandoli il capo con la mano.
CANTO XVI
ааа Ma già il sol saliva a mezzo giorno
e l'aere calda ai corpi dilicati
noia facea: per che sanza soggiorno
ааа Diana disse a quelle: лA' freschi prati
scendiamo omai e lasciam riposareаааааааааааааааааааааа 5
i nostri uccegli ed i cani affannati.
ааа Non è ora ben tempo da cacciare;
riposiamoci omai, però che lasse
semo, e facciamo quest'altre chiamare╗.
ааа E comandò ad una che andasseааааааааааааааааааааа 10
sull'alto monte, e tutte ad una ad una
le donne e le pulcelle richiamasse.
ааа Quella n'andò in sull'eccelsa cruna
del monticello, ed a chiamar costoro
incominciò per nome ciascheduna.аааааааааааааааааааааа 15
ааа Sì come agli orecchi di coloro
da lunga venne il chiamar di colei,
tutte s'apparecchiar sanza dimoro
ааа di scender tostamente giuso a lei,
e presi i cani ed archi e reti steseаааааааааааааааааааааа 20
e ciò ch'ognuna vi portò con lei,
ааа e con le prede ch'elle avean prese:
chi le portava in collo e chi tirando
giuso al fiorito prato se ne scese.
ааа E già eran discese tutte, quandoаааааааааааааааааааа 25
Zizzola d'Anna venne, che soletta
sanza richiesta era gita cacciando;
ааа molti animali avea con sua saetta
feriti e presi, ma nessun tenere
n'avea potuto né seguir con fretta.аааааааааааааааааааа 30
ааа Con l'altre questa si pose a sedere,
che della preda avean fatto un gran monte,
come a Diana suto era 'n piacere.
ааа Levossi Diana poi con lieta fronte
dicendo: лDonne gentili e donzelle,ааааааааааааааааааааа 35
ch'ardite e vigorose, liete e pronte,
ааа avete prese queste bestie snelle
sotto mia provvedenza e con mio ingegno,
io vo' che voi sacrificio d'elle
ааа facciate a Giove, re dell'alto regno,аааааааааааааааа 40
ed a onor di me, che esser deggio
reverita da voi in modo degno.
ааа Così vi priego e così vi richieggio
quanto più posso, onde non siate lente,
acciò che nel mio coro aggiate seggio╗.аааааааааааааа 45
ааа Udito questo, la donna piacente
si dirizzò turbata nello aspetto,
dicendo: лE' non sarà così niente!
ааа Infino a qui, sì come avete detto
e comandato a noi qui adunate,ааааааааааааааааааааааааа 50
così abbiam seguito con effetto.
ааа Or non vogliam più vostra deitate
seguir, però ch'accese d'altro foco
abbiamo i petti e l'anime infiammate╗.
ааа Come Diana questo udì, nel locoааааааааааааааааааааа 55
non stette guari più, ma sen salio,
partendosi turbata, a poco a poco,
ааа fin che nel ciel tornò ond'ella uscio.
CANTO XVII
ааа Rimaser queste adunque quivi; e quando
più non poteron Diana vedere,
chinaron gli occhi tacite aspettando.
ааа Poi la donna gentile, che a sedere
già s'era posta, si dirizzò e loro:ааааааааааааааааааааааааа 5
лCosì farete╗ disse лal mio parere,
ааа chiamando in voce pria l'aiutoro
di Venus santa Dea, madre d'Amore;
e, coronata ciascuna d'alloro,
ааа sacrificio faremo al suo onoreаааааааааааааааааааааааа 10
della presente preda lietamente,
sì che s'accresca in noi il suo valore╗.
ааа A tutte piacque; onde liberamente,
acceso il foco nella preda, a dire
cominciar tutte assai divotamente:ааааааааааааааааааааа 15
ааа лO santa Dea, poich'è nostro disire,
per la virtù del nostro sacrificio
non isdegnar le nostre voci udire,
ааа ma pietosa al tuo giocondo officio
per merito de' nostri preghi umiliааааааааааааааааааааааааа 20
ricevi noi e per tuo beneficio.
ааа Caccia de' petti nostri i pensier vili,
e per la tua virtù fa eccellenti
gli animi nostri e' cor larghi e gentili.
ааа Deh, fa sentire a noi quanto piacentiаааааааааааааа 25
sieno gli effetti tuoi, e facci ancora,
alcuno amando, gli animi contenti╗.
ааа Così pregando, non fé gran dimora
che una chiara e bella nuvoletta
venendo si fermò sovr'esse allora;аааааааааааааааааааааа 30
ааа sopra la quale ignuda giovinetta
apparve lor dicendo: лIo son colei
da cui, pregando voi, ciascuno aspetta
ааа grazia; e prometto a voi, per gli alti dei,
che ciascheduna avrà la dimandata,ааааааааааааааааааа 35
ch'è degna di seguire i passi miei╗.
ааа E poi, verso del foco rivoltata,
non so che disse: se non che di fori,
ciascuna fiera che v'era infiammata
ааа mutata in forma d'uom, di quelli ardoriааааааааааааа 40
usciva giovinetto gaio e bello;
tutti correndo sopra 'l verde e' fiori.
ааа E tutti entravan dentro al fiumicello,
e, quindi uscendo ciascun, d'un vermiglio
e nobil drappo si facean mantello.аааааааааааааааааааааа 45
ааа Ciascuno era fresco come un giglio;
a cui Venus rivolta disse: лState
per mio comando e per util consiglio
ааа suggetti a queste donne, e loro amate
fin che meriterete aver vittoriaаааааааааааааааааааааааааа 50
del vostro affanno insieme con pietate╗.
ааа E questo detto, al ciel della sua gloria
veloce se 'nvolò, lasciando a' petti
di tutti segno d'etterna memoria.
ааа Nel verde prato diversi diletti
alcun prendeano, e sospirando alcuni
givan cogliendo diversi fioretti,
ааа tutti aspettando li promessi doni.
CANTO XVIII
ааа Io, che veduto lungamente avea
le nuove cacce e 'l ritornare al piano
e 'l rimontar della turbata dea
ааа e lo scender dell'altra ed il sovrano
miracol fatto in non lunga stagione,аааааааааааааааааааа 5
maraviglioso ad intelletto umano,
ааа quasi ripien di nuova ammirazione
mi ritrovai di quel mantel coperto
che gli altri usciti dello ardente agone;
ааа e vidimi alla bella donna offerto,ааааааааааааааааааааа 10
e di cervio mutato in creatura
umana e razionale esser per certo:
ааа ma non ingiustamente, ché natura
non mise mai valor né gentilezza
quant'è in lei, onestissima e pura.ааааааааааааааааааааааа 15
ааа Il viso suo angelica bellezza
del ciel discesa veramente pare,
venuta a dare agli occhi uman chiarezza:
ааа discreta e saggia nel suo ragionare
e signorevol donna nello aspetto,ааааааааааааааааааааааа 20
lieta e baldanzosa nello andare;
ааа onde, s'agli occhi mie' diè tal diletto,
che, donandomi a lei, uom ritornai
di brutta belva, a uomo d'intelletto
ааа non pare ingiusto né mirabil mai,аааааааааааааааааааа 25
ché l'etterno Signor credo che gioia
abbia dicendo in sé: лIo la formai!╗.
ааа Ell'è ispegnitrice d'ogni noia:
e chi la mira ben negli occhi fiso
torna pietoso o convien che si moia.ааааааааааааааааааа 30
ааа Quanta sie la virtù che il bel viso
spande in quella parte ove si gira,
sollo io, che per dolcezza son conquiso.
ааа Superbia, accidia ed avarizia ed ira,
quando la veggio, fuggon della mente,аааааааааааааааа 35
che i contrari lor dentro a sé tira.
ааа Ond'io priego ciascun divotamente,
che subbietto è, com'io, a quel signore
che ingentilisce ciascuna vil mente,
ааа ched e' prieghin per me che nell'amoreаааааааааааа 40
di questa donna lungamente io sia,
e che io d'onoralla aggia valore;
ааа ché simile orazion sempre mai fia
fatta per me in servigio di quelli
che allegro possiede o che disia;аааааааааааааааааааааааа 45
ааа e per coloro ancor che son ribelli
con le lor donne, acciò ch'egli abbian pace
e che angoscia più non li flagelli.
ааа Il più parlare omai qui non mi piace,
però che in parte più di lode degnaааааааааааааааааааааа 50
serbo di dir con laude più verace
ааа quella biltà che l'anima disegna
di quella, per cui son l'altre onorate
e cui servire il cor sempre s'ingegna.
ааа E torno a contemplar quella pietateаааааааааааааааа 55
ne' verdi prati e l'altra gran virtute
che questa donna fregia di biltate,
ааа da cui ancora spero aver salute.